Vertigo Tango regia di Germana Piantone
Coreografie appassionate di Tango accompagnano un intreccio che lentamente si tinge di mistero, svelando, a poco a poco, i personaggi e il dolore che si cela dietro lo sguardo spaesato di uno scrittore in preda a una crisi creativa.
Luis ( Gabriele Principato Trosso) vive uno stallo, un momento di vuoto, una situazione apparentemente normale per uno scrittore, ma nella realtà la sua incertezza è simbolo di un trauma affettivo mai affrontato e di un vuoto interiore incolmabile. Seduto al tavolino di un bar, Luis cerca disperatamente la concentrazione, deciso a riordinare il filo dei suoi pensieri e la fine del suo romanzo.
Non ci riesce.
Le eroine dei suoi romanzi ( Stefania Ninetti e Maria Lucrezia Federico) lo tormentano e lo ossessionano: entrambe vogliono primeggiare, vogliono essere le uniche protagoniste del suo nuovo e attesissimo testo.
Luis, incerto, ondeggia, si sente perso e il procedere della scrittura lo costringe ad affrontare, uno dopo l’ altro i suoi demoni. Ma una verità inquietante si nasconde dietro sguardi, comportamenti e gesti quotidiani.
La scrittura e al tempo stesso il tango, qui diventano non solo una forma di espressione, ma rappresentano una sorta di terapia di guarigione, dove più l ’ artista si addentra in profondità, più viene fuori il suo lato oscuro, il suo vuoto e i suoi traumi mai affrontati.
Lo spettacolo, ben strutturato e ben interpretato, diretto da Germana Piantone, si costruisce e si gusta pezzo dopo pezzo, e la suspense del testo, accompagnata dai passi di tango di Giampietro Labanca, Maria Lucrezia Federico e Emanuela Gamberini cresce e si sviluppa parallelamente allo svelamento della verità..
Come ogni thriller che si rispetti ( non a caso il titolo richiama il notissimo film di Alfred Hitchcock del 1958, Vertigo) la tensione sale progressivamente: inizialmente è appena percepibile, poi fa capolino dietro ai dubbi e ai misteri che pone l’ intreccio, infine è palpabile e scandisce il ritmo dell’ intera messa in scena.
Con uno sfondo scenografico essenziale ben curato e azzeccato per lo spettacolo, le coreografie di tango, che si alternano armonicamente alle vicissitudini dei protagonisti, enfatizzano e approfondiscono gli stati d’ animo, i cambi emotivi, e le sfumature interiori .
Passione, amore, gelosia e un dolore profondo, ancora da sviscerare, sono gli ingredienti di questo riuscitissimo lavoro della compagnia il Sipario Strappato dove il mistero corre sul filo dell’ approfondimento psicologico, della gelosia feroce e della passione accecante.
Da Vedere.
Sarah Mataloni
Al teatro Petrolini dal 7 al 10 novembre