Sesso, Roma, Social Network, Battute rubate e Serie TV!
<<Hai una sigaretta?>>
– Mi dispiace, sono un salutista che per sport si picchia, quindi devo compensare almeno non fumando. Altrimenti mi tolgono la tessera di salutista.
Le risponde.
<<Sarebbe una cosa così grave? Alla fine l’effetto è lo stesso, ma se fumi ti stressi meno>>
– Eh ma non sei onesta: in fondo, ti alleni così poco, ve?
<<Ahahah! Va beh, ma a me piace allenarmi. Facciamo così: tu non mi meni e io non fumo.>>
– Penso che accetterò. Poi se io fumassi, ti avrei porto la sigaretta e fine. Sai che noia? Secondo te cosa ci vuole per mantenere le conversazioni interessanti ?
<<Non lo so. Come si fa a renderle interessanti?>>
– Per esempio potresti chiedere, invece che una sigaretta, ”Hai una storia bella da raccontarmi?” non lo chiede mai nessuno, ma perché no?
<<Ah sì? Ma chi lo decide se una storia è bella? Io ne so alcune bellissime, ma quando vado a raccontarle, mi guardano come una pazza>>
– Speriamo. I matti di oggi sono i geni di domani. Oppure vanno a fare a l’acqua-gym in spiaggia…
<<Ahah! Oddio è vero, non li sopporto>>
– Li odiano tutti quelli: gli animatori sono come il gelato alla fragola: fa schifo a tutti ma c’è sempre… e ogni volta ci provi, sperando sia quella giusta, ma tanto alla fine vorresti solo che si squagliasse al sole.
<<Sì, ma ho voglia di farmi del male con qualcosa!!!>>
Fa lei con voce finto-lamentosa.
– Ho della gassosa al caffè ghiacciata…
Le risponde lui, portandosi il dito all’orecchio e fingendo di riflettere, ma senza trattenere il sorriso.
<<Oddio!! Portala qui subito!!!>>
– Non ci penso proprio, ucciderei per una gassosa al caffè.
<<Dai ti pregoooo>>
– Solo al prezzo di una storia!
<<Va bene, ma posso farne una di paura?>>
Gli stava puntando contro occhi grandi come fanali. Lentiggini come mirini. Un sorriso fintamente cucciolo.
Lui non ha possibilità di uscirne vivo.
L’aveva portata all’Acqua-Park di Rossano e lei si era scelta quanto di più scomodo possibile per il luogo.
Scarpe con la zeppa di legno d’altezza circense, pareo aperto dietro e costume con i sonagli.
Non avrebbe mai ammesso di volersi mettere in mostra, ma era evidente che lei aveva passato l’inverno tra Squat, Affondi e Stacchi e…
Su! Su! Il sedere di una che si allena seriamente, si vede che è diverso da quello di una che non lo fa.
5 minuti che l’hai conosciuta, e se ne accorgerebbe chiunque.
Per qualche strana ragione, lui se ne era accorto pure prima…
Dopo la laurea in scienze motorie, aveva pensato bene di investire tutti i suoi risparmi, per aprire il primo Box di Cross-Fit nel paesino, giù nell’entroterra calabrese.
Ci sono voluti più di 15 mesi, ma ora va meglio: fa la segretaria full time nell’azienda dello zio e, in pochi anni, potrebbe essere in grado di riprendere quasi tutto il materiale dalla società di pignoramenti.
Si erano conosciuti in vacanza e nessuno dei due amava le grandi comitive.
Un giorno chiederanno a lui di descriverla:
– È spiritosa, vitale… fresca. Stranamente è patita di Roma e della Roma. Pensavo che in Calabria si tifasse soltanto Inter o Juve, ma in fondo che ne so io?
In effetti, l’ultima partita di calcio che lui avesse seguito fin dall’inizio, era finita con Grosso che tirava un rigore in Germania. Per carità, magari porta bene. Ma per lui, guardare uno sport in cui per 90 minuti viene segnato un solo goal, o anche nessuno, aveva la stessa fascinazione agonista del guardare una gara tra sottomarini. Dalla banchina.
A lei invece erano bastati 4 secondi. Appena sentito il suo accento, gli ha sparato un sorriso complice. Orgogliosa, con quella fossetta sul mento, gli teneva davanti al naso la cover del cellulare con lo scudetto con la lupa e i pupi allattati. Non gliel’ha staccato, finché lui non ha chiarito per filo e per segno, quanto fosse bello.
Poveraccio. Ancora adesso non è riuscito a convincerla che Totti, Battistuta e De Rossi sono i soli nomi che avesse mai conosciuto.
Lei passerebbe ore a parlare di fori imperiali e buchi nella difesa.
Ma ciò cui si appassiona di più, è ben altro.
E ne parla con una tale serietà e passione, che trascenderebbe ogni altro gioco di parole sui buchi:
perché lei sarebbe in grado di parlare di sesso fino a snervare un consigliere regionale.
E allora era stata quella la conversazione principe, negli ultimi 6 giorni.
Almeno aveva qualcosa da dire anche lui.
Aveva letto un libro al riguardo.
Si sa.
Le fanciulle, tra di loro, sono in grado di far arrossire un plotone di Alpini che ha passato gli ultimi 3 mesi trai buoi dell’alto Trentino, però…
Lei ha un rito: con due dita, sposta i lunghi capelli corvini, che le cadono davanti agli occhi, dietro l’orecchio destro e poi parte…
delle analisi così approfondite…
lucide …
dettagliate …
<<Lo sai perché gli uomini che suonano il piano jazz sono molto più bravi degli altri nei Ménage à trois?>>
Cose così. Totalmente folli!
Ma la cosa più folle?
Stranamente… inspiegabilmente…
Ha ragione!
Quei discorsi filano. Il senso torna.
Lui:
– Non si può scrivere una storia di paura. Sono come le commedie.
<<Non c’è mai una che funzioni per tutti?>>
– Sì, ma il punto è “Perché!?” Cioè, sei tu che scegli se entrare nel mood di farti spaventare o ridere. Quindi alla fine lo hai deciso già da prima. La storia aiuta, ma in fondo non cambia
<<Va beh ma mica sempre. Se ti urlo di colpo mentre sei girato, ti spaventi e mica l’hai scelto.>>
– Eh, cara, pure se ti faccio il solletico, ridi, ma quella non è una storia! Oh… Sai che mi sa che c’è una sola eccezione al mondo? Frankestein Junior!
<<E allora magari io mi sbatto per scriverti una storia di paura, dove c’è un mostro terribile che esce fuori dai secchi dell’immondizia e ti divora i ricordi felici, ma poi tu non eri entrato nel mood e non ti spaventi!?!?>>
– A Roma non buttano la spazzatura, la trasformano i programmi televisivi.
<<Che devo fa’? Io la storia la voglio de paura.>>
Sta facendo ancora la voce lamentosa, ma se ne esce con un accento romano così finto, che dopo un secondo di silenzioso da parte di entrambi, non può far altro che scoppiare a ridere.
Lui la segue.
Sera.
Ci sono sempre meno bambini urlanti.
La strana coppia osserva silenziosa gli scivoli che si stanno svuotando.
Sono seduti con i piedi in acqua.
Lei sussurra:
<<Non riuscire a scrivere è come non riuscire a farsi la moglie…>>
Lui si gira verso di lei. Si era fatta improvvisamente seria.
– Forse le due cose sono collegate.
Era sempre stato difficile capirla.
E, di solito, lui è quello che osserva gli altri.
Però si divertono.
Quello sì.
Non gli capitava mai di farsi grasse risate con una donna.
E questa frase valeva per entrambi.
Vanno a prende due pizze dalle dimensioni di un tavolino Ikea e dalla stessa consistenza, ma fa niente perché le coprono con una quantità tale di salame piccante e ‘nduja, da far lamentare un cabarettista per lo stereotipo grossolano.
A lui squilla più volte Whatsapp.
Un “TUN!” ogni volta.
È uno di quei gruppi con 12 persone, dove ognuno si sente in diritto di rispondere alla stronzata precedente con un’altra battuta di cui non frega niente a nessuno.
– La leggenda narra che i prigionieri di Abu Ghraib, fossero costretti nei gruppi Whatsapp “mamme scuola” e tenuti svegli la notte a guardare i video di Casa Surace in loop, sparata a tutto volume.
Le fa lui, infastidito.
Ogni tanto ci si mettono anche gli sms.
Una tromba: “Wrooom!”
A quel punto, il telefono sta facendo vibrare il tavolo sulla sabbia a ritmo di suoni sintetizzati abbinati a trombe, mentre intorno si muovono fighe pazzesche, tatuate, e uomini enormi, depilati.
Sembra il Samsara.
Lei è molto divertita dalla cosa e si mette a ballare sulla sedia. Poi finge di fare la dj portandosi una mano all’orecchio e con l’altra fa scratch con i portatovaglioli.
Lui dà uno sguardo veloce al cellulare, senza sbloccarlo, e poi lo gira con lo schermo sul tavolo, sbuffando innervosito.
Lei fa:
<<Ai messaggi di Whatsapp si risponde per ordine di scopabilità.>>
–E le donne che rispondono dopo 20 minuti un po’ a tutti?
<<È la stessa cosa. Gli uomini rispondono nell’ordine in cui pensano di avere più chance. Quindi lo fanno in fretta, per sperare che con una vada bene. Le donne rispondono nel ordine in cui sperano di avere più soddisfazione. Davvero non capisci perché lo fanno con calma?>>
–Perché sono rassegnate che più di tanto non andrà bene?
<<Uuuuuh! Ma perché siete sempre terrorizzati che a noi scopare non piaccia!?!?! Ci prendiamo solo più tempo per decidere, per sentirci belle… con calma. Ci dobbiamo piacere, prima di farci piacere la nottata. Come… come… Ecco, come con le scarpe!>>
– Sarà per questo che, in entrambi i casi, si fanno consigliare dalle amiche?
<<Anche gli uomini si fanno consigliare dagli amici!>>
– No, no! Solo in caso di difficoltà: “Che le rispondo? Che le dico?” Ma nessun uomo lo fa di norma, perché avrebbe troppa paura di non essere approvato. Semmai, DOPO, porta fiero i trofei, tipo foto, reggiseni e succhiotti
<<Ah, ecco, quelli sì, che scopano male.>>
– Cioè?
<<Vedi, i succhiotti non sono altro, che il frutto dell’incapacità adolescenziale di baciare un collo.>>
– Allora qual è il bacio perfetto?
<<Il bacio perfetto è quello che incontra il pistacchio con la panna.
Smettila di vedere una relazione come una gara in cui devi giocare bene.>>
– Ma sei stata tu a dire che… argh! Senti lascia perdere. Come fai sbagli.
Tanto una donna la devi comunque riconquistare ogni giorno con la stessa fatica del primo.
Un po’ come il parcheggio sotto casa.
Lei lo guarda sorridendo, come si guarda il video di un cucciolo di panda che inciampa.
<<Mettici dentro anche quella roba che stare con un uomo è facile, perché in fondo basta parlare poco, fargli un pompino, ed è fatta.>>
– Non per forza.
Risponde lui serissimo. Non gli piace sentirsi analizzato. È sempre lui a farlo.
<<Niente più luoghi comuni, quindi?>>
– Segui il mio discorso, conosci la mia teoria: le donne italiane non sanno fare i pompini. Chiedi a chiunque sia stato con più donne, italiane e straniere.
<<Ah sì?! Confermano tutti eh?>>
Lei poggia i gomiti sul tavolo, tenendosi il viso tra le mani e sporgendosi verso di lui sorridendo serena.
Adora punzecchiarlo.
– Dai, dai! Mo fai la solita battuta!
<<Subito: Io faccio risorgere i morti!>>
– Ecco, allora il…
<<Aspetta! Aspetta! C’è anche: non si è mai lamentato nessuno.>>
E ride.
Ride e le va la mozzarella filante sulla fossa del mento. Si copre la bocca e ride ancora di più. Ride di una risata da bambina, di una risata bellissima, sincera e spontanea.
Lui non può vincere.
– Ok. È ovvio che si parla sempre per luoghi comuni, ma hai mai sentito maschi italiani o stranieri dire “ah le italiane non sono per nulla stressanti”?
<<Vero! Vero! Rompiamo le palle in modo particolare. Confermo a nome della specie.>>
– Brava! E il sesso orale è una cosa che fai senza realmente sentire nulla.
Lei aggrotta le sopracciglia.
Lui continua:
– Tu, lì per lì, non è che senti molto. Godi se pensi che l’altro geme, che gli piace. Ti dà soddisfazione che sei brava, che lo fai stare bene. Godi di generosità. Vai lì sotto e speri che vada bene ma, dai, se non sei rilassata e in pace con te stessa…
<<Ci credo. Sì..>> -fa una pausa <<ok, ha senso.>>
Si ferma un secondo, pensierosa.
Poi lui la nota: le dita leggere che spostano delicatamente i capelli corvini, dietro l’orecchio.
<<Sai quali sono gli uomini che non sanno fare sesso orale a una donna?>>
– Quelli con l’asma?
<<I bugiardi. Ma non quelli che ti tradiscono; magari! Quelli che stanno con te e fanno solo sparate, che hanno bisogno di pompare la realtà, di rigirarsela. Sono quelli che mentre scopi, si staccano un attimo per guardarsi. Come ti immagini che possano stare tra le tue gambe?>>
– Me lo vedo che spunta da lì con i baffetti… tipo Grucho Marx…
<<Danno due leccatine e poi basta. Che è, manca il sale?>>
– Magari dipende dall’orario. Tipo, io odio fare sesso la notte, voglio dormire. Non ho la testa come adesso.
<<Se lo fate a quest’ora non è cunnlingus più, è aperifregna. Il tempo degli amanti, è la notte>>.
– Va beh, quelli che mentono, nel senso che ti tradiscono?
Dice lui, che si era appena reso conto che era meglio parlare al plurale come lei.
<<Loro li sgami perché ti mandano la foto del coso e poi, dopo, chiedono le tue.>>
– Va beh, ma chiedere le fotine lo facciamo un po’ tutti, dai.
<<E pure noi tutte le mandiamo, checché se ne dica, ma se uno ha la faccia tosta di esordire con la foto del uccello e poi chiede, stai sicura che le tue tette finiranno su qualche altro cellulare.>>
Lei si fa di nuovo seria.
Lui, invece di cercare di capire se stesse bene o se stava parlando di sé, svia il discorso.
– Comunque, lasciamelo dire, quanto è brutto il pisello? È la cosa più antiestetica dopo i gatti senza peli.
<<Ma tu lassa fa. Che pure quello, se si presenta bene, la figura sua la fa…>>
– Eh ma non è come un bel corpo, che te lo puoi costruire. Io quando glielo metto in mano al buio mi dicono: “No, grazie, non fumo”.
<<Va beh ma non c’è bisogno che sia enorme, deve essere… non lo so… bello!>>
– Bah il… mio è 7cm… però è un clitoride. Quindi a modo suo è comunque enorme. Perciò, ‘nsomma, fa niente.
<<Ahahah! Sai chi è che fa battute sul proprio pisello?>>
Ciocca dietro ai capelli.
Lei è così.
Ha una classificazione precisa per i tipi di amanti, con pro e contro ma soprattutto spiegazioni sul PERCHÉ un uomo o una donna è o agisce in un certo modo…
Signori miei… FUNZIONA !!
Anche questa volta, il suo discorso fila, fila tantissimo.
Ha una distinzione anche tra chi ha letto “Signori miei” con la voce di Renzi e chi con la voce di Crozza, che rifà Renzi.
Un’altra delle loro attività preferite è parlare male di qualcuno.
Possono andare avanti intere serate.
– Il PR che ti si appiccica per più di 5 secondi con le prevendite in spiaggia, che viene fucilato da uno su una torretta. Quello sarebbe il primo segnale di risorgimento dell’Ocidente.
<<A Roma i PR non ti fermano per strada?>>
Gli chiede lei.
– Peggio. Ti aggiungono su Facebook e poi ti taggano nelle foto, con altre 140 persone, con la faccia di DJ quarantenni e ti dicono che quello sarà l’evento della tua vita. Che ci incontrerai la donna dei tuoi sogni…
<<La donna dei sogni va via esattamente quando ti svegli, al mattino, che poi è proprio quando hai l’alzabandiera. Uhm… Questo, giusto per farti capire quanto sa essere stronza la vita.>>
– Mi deprimi!
<<Lo so! E finalmente sto fumando, quindi non hai nulla che mi possa abbattere.>>
Disse lei agitando il drummino, appena regalatole da un PR, come una spada.
– Ho letto che il punto G non esiste!
Le fa lui, in risposta.
<<Sarà, ma io una letterina al mese gliela scrivo comunque…>>
Stanno buttando le carte della pizza e la bottiglia di plastica.
Lui è molto triste. Un bambino di 90 Kg che ha capito che, entro breve, sarebbe stato trascinato fuori dalla sicurezza del parco giochi acquatico.
Ci andava quando era piccolo. Chi sa se ci sarebbe tornato ancora…
Sta volta è lei a non capire quale sia il problema.
<<Tu sei un tipo che abbraccia molto, vero? Un abbraccione?>>
Lui si gira distrattamente:
– Eh? Sì, molto. Perché?
<<Perché siete sempre un po’ malinconici.>>
– Siamo romani, abbiamo una tristezza atavica.
<<E scatti di rabbia in auto>>.
– Sì, ma non capisco cosa intendi. Te l’avevo già detto io che sono un “abbraccione”.
<<Gli abbraccioni non possono essere felici.>>
Fa lei secca. Di botto.
– Cosa? PERCHÉ!?
Lei lo afferma con limpida serenità.
Lui le risponde con una nota di panico.
<<Perché siete condannati a cercare la persona perfetta.>>
– Cioè? Non ci sono donne abbraccione?
<<Ascolta: tutte le donne dicono di sognare qualcuno con cui vedere sere tv, abbracciati sotto ad una coperta, mentre mangiate schifezze…>>
– Ma?
<<MA NON È VERO! – alza la voce – Chi è che non vorrebbe poter ingrassare senza sentirsi in colpa? Chi non vorrebbe una coperta di Linus umana mentre guarda il Trono Di Spade? – abbassa la voce e rallenta – Tutto quello che ti stanno dicendo… è che vogliono continuare a fare quello che già gli piace fare -a voce bassa- ma con la consapevolezza di avere qualcuno accanto che gli vuole bene…>>
– Va bene, ma forse è quello che vogliono anche gli uomini. No?
Lui ha la voce molto incerta.
Lei ha capito di aver toccato un nervo e rallenta molto, come avesse un cucciolo ferito in auto.
<<Certo che è cosi! Solo… non gli abbraccioni. Gli abbraccioni già si legano a tutti. -abbassa sempre più la voce- Se devono stare con una donna… la vogliono perfetta. Peggio! La vogliono perfetta da subito, o dopo una settimana si rompono.>>
– Non ci sono donne abbraccione?
Chiede, di nuovo, lui.
<<Quanto sei stupido. – disse serenamente, sorridendo in modo dolce – A voi non piacciono le donne “abbracciose”. Vi innamorate solo delle donne che vi trattano male. Delle saccenti fragili. Ma le saccenti fragili non si innamorano degli abbraccioni, perché hanno il vostro stesso problema: non si fidano.>>
– …
<<Siete condannati alla solitudine amara.>>
– Sai? Invidio le certezze granitiche su cui fondate le vostre scelte. Immagino siano le stesse che vi hanno guidate la settima volta in cui vi siete rimesse con il vostro ex.
Dopo ore di chiacchierate, sa, ormai, dove colpire per fare più male.
Stanno camminando in silenzio.
Lei non lo guarda. Finge di cercare qualcosa nel borsone con l’asciugamano e i cambi.
Lui prova a bofonchiare ma lei si è chiusa nel suo guscio di vimini.
Lui cerca l’auto e qualcosa da dire.
Questo pensiero, riaccende almeno una delle due.
– Sai… Roma è un posto stupendo… se sei una marmitta!
Lei riemerge timida, come una bambina.
<<Oddio ma… ma… lo sai che Pasolini ha scritto una poesia per difendere le stradine romane tutte distrutte?>>
Dice insicura.
– Ma dai? Quale?
Quel volto dal carnagione scura e ancor più abbronzata, le si illumina gioviale.
Sorridendo, gli risponde:
<<Aspetta l’ho vista ieri su Facebook, te la ritrovo subito.>>
E, con tutto il busto, si tuffa ancora a cercare lo smartphone nella borsa, grande quasi quanto lei.
Continuano a camminare e lui deve guidarla, tenendola per la schiena, perché non c’è verso di farla riemergere dai meandri blu della bacheca.
Lei insiste a cercare in quel marasma, lanciando epiteti in un tremendo dialetto romanesco pieno di H aspirate. Capitolino quanto Catanzaro.
Lui già messo lei a sedere e la macchina in moto, quando la ragazza sbuffa forte:
<<Uffaaaaa! Non la ritrovo, era bellissima.>> Sbattendo i pugnetti in aria.
Con l’aria condizionata al massimo e finestrini abbassati, escono dal cancello.
Lui fa per mettere la posizione di casa sul navigatore ma lei lo ferma agitando la mano sinistra verso le sue. Il tutto senza spostare minimamente la fronte dallo schermo.
<<Te la dico io… guarda sta stronza che foto mette.>>
– Chi?
Lei si imbarazza. Ha sempre preso per il culo le altre ragazze, <<Tutte superficiali>> diceva, e non pensava di star parlando ad alta voce.
Sente di fare quella faccia… la faccia che fai quando scrivi una porcata a qualcuno e poi ricontrolli in quale chat l’hai mandata.
Lui l’ha notata, ma non dice niente.
Pensa solo che se poteva bloccargli le mani mentre cercava Pasolini, poteva anche dirgli la strada mentre sparlava delle sue amiche.
<<Come ti sembra?>>
Fa lei con voce bassa, porgendogli lo schermo e tenendo lo sguardo chino sulle ginocchia.
Lui non è certo un’enciclopedia, ma ogni uomo sa cosa significhi quella frase.
Butta uno sguardo veloce: due o tre foto di occhi azzurri, grossi come fanali di un’auto francese. Annessa frase d’ordinanza, sul fatto di essere pazza e che nessuno l’avrebbe mai capita davvero.
Perché le femmine semi-istruite alternano: Bukowsky sulla tetta, l’essere una forza della natura travolgente sulle foto in abito, l’amore che ferisce sui culi, e l’essere unica e diversa dagli altri (leggi più complessa e sofisticata) sugli occhi, beh questo è qualcosa di cui avrebbe parlato Jung se fosse stato uno youtuber.
Certo, il suo sarebbe stato un canale formale, per maschi ventenni seni-istruiti che parlano di libri che non hanno mai letto, ma ciò nonostante un canale molto bello.
Questo gli verrebbe però fagocitato, quando quello di Freud, da bravo “money grabber”, si sarebbe deviato verso i gampelay e raggiunto il successo con una raccolta di sconfitte su Far Cry, dal titolo “Morto Per Un Pelo” e la più fine: “100.000 colpi di spazzola a Bayonetta, prima di andare a dormire”.
La fine di entrambi sarebbe poi arrivata con un ban definitivo, dopo il video in collaborazione:
“Perché ami Hideo Kojima anche se continua a mettertelo nel Cu**”.
A quanto pare, la censura non permette di nominare Kojima e Benicio Del Toro insieme.
Tuttavia, Lui ha l’accortezza di lasciare tutto questo dentro la sua testa e risponde solo:
–Se ha tutte foto con i soli occhi chiari in evidenza, molto probabilmente, ha la silhouette di una lavatrice.
<<AHAHAH! Ti adoro! Oh!! Guarda, guarda!!! Facciamo questo test della personalità insieme?>>
– No!
<<Sì!>>
– No, ti prego.
<<Quale di queste 3 frasi vi descrive meglio?>>
– Non mi va.
<<Mettete in ordine questi oggetti da Molto Fastidioso a Molto Divertente…>>
– La smetti?!?
<<Il segreto più grave che non ammetterai mai agli altri?>>
– Non ho davvero idea di cosa sia il Cloud…
<<L’ape regina può avere 40 partner sessuali al giorno…>>
– Para, para alla mia ex.
<<Eddai!>>
– Senti, mi è venuta un’idea. E se te lo faccio io un test di personalità?
<<Lo sai fare?>>
– Certo! Uno vero eh, occhio che questo è tosto!
<<Ma io voglio giocare con te, non essere la tua vittima…>>
– Nessuna vittima. Giochiamo insieme. Tu dici una frase a metà e io la completo di getto. Poi alterniamo. Vediamo il primo che tentenna.
<<Comincio io, allora. Tu fai la domanda. Ah e rallenta, la prossima esci a destra!>>
– Ok. Completa la frase: ci penso quando guardo il mare…
<<Mio nonno. Ora tocca a me.>>
<<La seduzione per me è…?>>
– Un’alternativa al cloroformio…
– Del maiale non si butta via niente.
<<E della maiala si tiene anche il numero di telefono.>>
– Brava! Tocca a te!
<<Se dovete rubare il cuore a qualcuno…>>
– Occhio al orario che mo c’è una nuova legge e sparano ai ladri. Una domanda per uno. Vado io.
– Completa la frase: ho sempre voluto un uomo forte e affettuoso…
<<E lui ha sempre voluto la cittadinanza.>>
<<Hai più cervello tu…>>
– Del garage di Kurt Cobain.
– Non è bello ciò che bello…
<<E figurati te che sei un cesso>>
– Grazie.
<<L’uomo che da soddisfazione alla madre è…>>
– Edipo?
<<Fai schifo! Ahahah>>
– Se bacia male?
<< Scopa peggio. Molto.
Fammi vedere la strada. E rallenta.>>
– Quando le donne stanno davvero sotto…
<<Leggono l’oroscopo.
Comunque toccava a me!! Non vale.>>
– Scusa. Vado sempre dritto?
<<Sì, si ancora mezzora. Uhmmmm… Il chitarrista in spiaggia…>>
– È come il cameraman nei film porno.
<<Mi aspettavo dicessi che se le limona tutte.>>
– Beh, se sei single il mondo è il tuo buffet personale.
<<Questa è una cosa che vale solo per alcune donne, ma che si ripetono tutti gli uomini.>>
– Vuoi che ti presenti qualcuno che ti smentisca?
<<Se questo seduttore è tanto abile, ha bisogno che lo presenti?>>
– Eh ma se non vi conoscete… qui si gioca tutto sulle conoscenze giuste, cara!
<<Ah sì, anche su questo si va avanti ad agganci?>>
– In sto paese si fa tutto per raccomandazioni. Anche l’AIDS: “Se lo conosci, non ti uccide!”
<<Cretino Ahah!!>>
– Perché no? Pensa se ti dicono prima se quello che hai davanti è uno che picchia le donne?
<<È proprio stupido picchiare tua moglie. È la tua, ci devi vivere con quella faccia. È come rigare la tua stessa auto.>>
– Se questa la scrivevi su Facebook, ti linciavano…
<<Ma va, è vecchia come il cucco. Il web si divide in due categorie: quelli che polemizzano sotto a tutto e quelli che scopano.>>
– Sa chi mi fa davvero diventare pazzo su fb?
<<Chiederti perché la gente scrive le frasi con la K invece che con la C?>>
– Peggio!
<<Quelli che ti fotografano di nascosto, mentre butti l’immondizia in ciabatte, e finisci su “outifit di merda?” I Complottisti? Quelli che pubblicano canzoni lagnose di gruppi Indie svedesi?>>
–Mi lamento mai di queste cose?
<<Un po’ gli ultimi.>>
– Ok, loro. E poi ci sono quelli che cercano di scoparsi le gnocche dei profili fake. Ma qui entriamo nel ritardo mentale e una pensione d’invalidità sarebbe giusta.
<<Senti, tu devi smetterla di parlare sempre di sesso e viaggi su Facebook.>>
– Dici che ci si diverte di più se parlo di ritenute Irpef e tisane detox?
<<Ahahah! E quelli che scrivono “Sei bellissima” sotto le foto delle ragazze, sperando di chiavare, ne vogliamo parlare?>>
– Sai che “Grazie dell’amicizia” è solo un “ciao, dalla foto sembri figa”, che non ce l’ha fatta.
<<Ahaha! E dai, sul serio, non ti distraggo oltre, che volevi dirmi? Cos’è che ti fa diventare pazzo su faccia-libro?>>
– Sai quelle ragazze… universitarie … che buttano in mezzo roba sui Sapiosessuali… Dio solo sa che è… e hanno visto 2 o 3 Woody Allen? Hanno l’album ad Amsterdam con la foto di Starbucks in bianco e nero? E quell’altro del corso estivo in Inghilterra chiamato “London Calling”? Le ragazze del Erasmus in Spagna per poter dire “Io non sono italiana, io sono cittadina del mondo”? Che schifo la chiesa: divento Buddista…
<<Ascella pelosa, Poeti del Trullo e Guido Catalano?>>
– Ma no… non so… non per forza hipster, magari alcune hanno studiato davvero, però sono intrise di questa cultura genetista di una bontà patinata… boh, non lo so. Del tipo: “Scrivo di sofferenza, mi taglio i capelli di merda, mi faccio le canne… ma non guiderei mai un assalto di combattenti curde a Raqqa?” Boh, senti, manco io lo so che sto dicendo, ma ce l’avrò il diritto di farmele stare sul cazzo???
<<Per carità!>>
Risponde lei, alzando le mani e annuendo.
–Mi fanno salire l’islam!
<<E poi ci sono quelle che urlano al mondo la loro individualità, il loro bisogno di essere se stesse… e poi c’hanno e non c’hanno, una personalità, e sono amate da tutti. Bah!>>
– Se almeno ci provaste, a riportare nella realtà almeno un decimo della soggettività che millantate sui social, il confronto non sarebbe così impietoso.
<<Fotografati il cervello e metteteci il filtro!! Stupida femmina!! Aahhah>>
– Facebook è la pornografia dei sentimenti.
<< E tu non hai Instagram. OH! A proposito: ti devi assolutamente fare Instagram!!!>>
Gli fa, dandogli schiaffetti sulla spalla.
– Ce l’ho ma non lo so usare e non faccio foto al cibo…
<<E hai tramonti col filtro e bla bla! Altri stereotipi? Guarda che c’è una quantità di gnocca disarmante. Perché fai ancora il vecchio isolato?>>
– Oramai per essere un saggio eremita, mi manca solo una grotta e la saggezza.
<<Naaaaa! A te non piace la solitudine perché sei troppo curioso. È per questo che fai da analista a tutti i tuoi amici>>
– A me piace la solitudine perché la conversazione è più stimolante. È per questo che ti frequento.
<<Io invece mi ci diverto e non lo nego. Solo che ci metto troppo a caricare. Nerd, mi spieghi perché la mia connessione fa cagare mentre quelli dell’Isis, su una cazzo di montagna afgana, caricano filmati on line che è ‘na bellezza?>>
– Oh, io faccio parecchi voli pindarici, ma tu mi batti. Che c’entra tutto questo col farsi Instagram per volersi fare le tipe di Instagram?
<<Dico sul serio! È pieno di trentenni che cercano di sembrare sedicenni e sedicenni che si conciano da venticinquenni! Tutte con le pose porche.>>
– Mi basta Facebook. Ultimamente, a giudicare da ciò che leggo nella mia home, io sono l’unico a non essere mai stata molestato manco per sbaglio…
<<Dammi retta, lasciale perdere quelle che hanno bisogno di far sapere a Facebook che leggono. Punta a quelle che vogliono far sapere a Instagram che per altri 2/3 anni le tette gli reggono.
Che poi, spesso sono più sincere>>
– Ma scusa, io scopo già quelle che mi capitano. Se una me la devo cercare, fammela almeno cercare perché mi piace no?!
<<Come la vorresti? Intelligente per andarci a vedere i film di Jim Jarmush, serena per il miglior pompino della storia e bona per fare figorni con gli amici?>>
– Vorrei una ragazza col QI pari al numero di selfie giornaliero.
<<Tieni a mente questo: se ti presentano una donna definendola “blogger”, se è vestita in jeans squadrati e camicetta, allora va che curi un blog dedicato al cinema, alla cucina o agli antidepressivi.
Se le galline le hanno chiesto il copyright sul culo, per i suoi selfie su Instagram, è probabile che sia una fashion-blogger>>
– Carina, hai altre massime?
<<Ho 6 regole che ogni uomo dovrebbe conoscere per vivere felice con la propria donna.>>
– Di solito non sono 5?
<<Cosa?>>
– Boh! Sono sempre le “10 tipologie di”, oppure, “la top five che…” chi ha mai sentito di 6 regole?
<<Tu spesso hai qualcosa da dire. Altrettanto spesso hai un generico bisogno di dire qualcosa e in definitiva di dimostrare di esserci>>.
– Ma che ti offendi!? Tu quindi sei un misto di saggezza e umiltà per avere piacere a parlare con me.
<<Concordo, quando si tratta di essere umile sono sempre la migliore.>>
– Va bene dai. Quali sono queste massime? Le bugie hanno le gambe corte?
<<No, hanno 2 orecchie, due occhi, un cuore e una faccia come il culo.>>
– Allora che siamo più felici con il poliamore?
<<Mah. Chi ha una doppia vita dovrebbe avere anche doppio amore. Invece è tanto solo…>>
– L’amore è cieco?
<<Se non hai nulla da fare e stai molte ore solo a casa!>>
– Mmmh… masturbazione. Sottile!
<<Sono più ovvie le tue battute rubate sull’essere contrario alle adozioni gay, solo perché non potrai dire a figli “mi scopo tua madre”.>>
– Allora roba tipo: “non c’è davvero bisogno di durare 6 ore”?
<<Oddio… quello non sarebbe proprio, proprio, male. L’importante è che non cancelli il fatto che prima fai i preliminari e dopo resti un po’ presente, invece che addormentarti come uno studente di giurisprudenza.>>
– Cara…
<<Caro…>>
Lei si sporge verso di lui e lui si sforza in tutti i modi di non guardarla e fissare la strada.
Si chiede se lei se ne stia accorgendo.
Lei tamburella con le unghie sul cruscotto per attirare l’attenzione, sorridendo.
– In 8 ore si vince Wimbledon…
e io c’ho solo 2 palle…
Non so se mi spiego?
<<Va bene, va bene. Ma, dopo, l’uomo deve cercare di sedurmi un po’, di farmi stare bene.>>
– Senti ma io devo ri-sedurre una che già me l’ha data? È come, se finito il secondo tempo, mi devo rifare 20 minuti di fila al bigliettaio. L’ho già visto il cazzo di film!
<<Che scemenze! Dovreste guardare i porno Lesbo. Ma non quelli fatti per voi “Te sfonno! Te monto il mascarpone nel culo…”>>.
– Che hai detto!?!?!?
Dice lui, ridendo forte.
<<Sii serio. Dico quelli col sesso vero, coi giochi, gli sfizi… la cura….>>
– Le donne amano fare sesso con la luce spenta. Se i porno fossero fatti dalle donne, non si vedrebbe niente.
<<Ma quale luce e buio. Le donne amano i preliminari!>>
– Meglio! Porno fatti solo di titoli di testa?
<<La donna sta con te, donna, perché vuole stare solo con te. Ti sfiora, ti coccola, ti sorride, si diverte.
L’uomo pensa solo a tirare avanti come un pistone. Nella vita reale, se è già venuta, mentre tu la stantuffi e basta, lei pensa una cosa sola: se capisce che mi rompo, questo poi mi si offende pure.>>
Lui si mette un po’ a riflettere su quella frase, fin quando lei dice:
<<Rallenta però! Mi pare sia il prossimo incrocio, quindi sta volta rallenta davvero!! Ah! Lo sai che durante l’eiaculazione lo sperma raggiunge la velocità di 45 Km orari?
– Dovrebbe essere proibito scopare in centro…
<<Voglio dire, la pressione è alta per ricaricarvi di continuo… non dovete mai preoccuparvi se stiamo bene o no, perché tanto a voi piace sempre e comunque fare sesso.>>
– Non è affatto vero! Una volta ero a una mostra di foto di barche e cavalli in bianco e nero, mi sono rimorchiato una delle ragazze più belle di tutta la mia vita. Ma ti dico, un viso perfetto, un corpo scolpito. Tette anti gravità, c’avrà avuto 19 anni a essere buoni. Quella ragazza aveva un culo così bello, che avrebbe meritato di stare davanti. Aveva del…
<<Va bene, s’è capito. Era bella…>>
– Era bellissima! Solo c’aveva un nome strano. Si chiamava Wuauwa…
<<Che?>>
– Wuauwa. Lo ricordo bene, perché me lo disse durante un pompino.
<<Eh beh, non si parla con la bocca piena…>>
Disse ridendo. Poi si gonfio le guance d’aria e continuò a ripetere “Wuauwa” ridendo.
– Insomma, eravamo in macchina e ha cominciato a mordermi sul corpo. A mordermi sulle braccia. A mordermi sul collo. Ma ti dico, dei segni mostruosi.
Così la giro.
Lui mima il gesto con le mani.
<<Che principe…>>
– Oh senti, io non so che film abbia visto questa, ma ha cominciato a fare una specie di ballo di San Vito da nera. Una cosa atroce! Le botte che ho ricevuto sulle palle quella sera… Un dolore… ma un dolore tremendo!! Piangevo!
<<Ma perché non glielo hai detto?>>
– L’ho fatto. Mi sono arrabbiato tantissimo con lei e anche con la sua insegnante di sostegno.
<<Pure tu che vai a rimorchiare alle mostre… Finirete per chiamare i preliminari aperi-sesso, lo so.>>
– Non respiravo a stare fuori! Era aprile!!
<<Ah l’allergia… quella reazione odiosa del corpo umano ai fiori che sborrano.>>
– Senti, o i club oppure mi faccio tutto in apnea. Perché non so ballare e sono troppo povero per una bella auto.
<<Ancora la cosa dei soldi e auto che ci attirano come api al miele?>>
– Non attirano il denaro. Attira il successo con cui li hai fatto. Le donne non vogliono cose che possono comprare uomini di successo, vogliono uomini così di successo che possano comprargli delle cose. E l’unico successo che vogliono gli uomini?
<<Sono le donne?>>
– Diceva quel comico americano: gli uomini comprano auto, non perché gli piacciano, ma perché piacciano alle donne e sperano di attirare la preda.
<<La donna è preda solo se passeggia nella savana africana>>
–È una delle regole?
<<No, ma la capirai solo quando sarai felice. Ora non potresti. Vuoi sentire le 6 regole, allora?>>
– Voglio sentire le 6 regole.
<<Uno. Smettetela di continuare a dire ad una ragazza quanto è bella.
Voi vi fissate un’ora davanti a mezza scollatura, noi ci mettiamo 5 secondi a osservarvi le mani e le scarpe.
Quanto è pietoso uscire con uno che sa dirti solo questo? E lo fa anche con le unghie sporche e le scarpe rovinate.>>.
– Mocassini, maggiore uguale, tette. Segno.
<<Regola numero 2….>>
– ...
Silenzio.
Lui l’aspetta. Non sa perché si sia presa una pausa, ma capisce che si è fatta seria per un attimo.
<<Le brave ragazze hanno imparato… a non permettersi di fare qualsiasi cosa.
Ci sono parecchie esperienze della vita che loro… che lei… non è autorizzata a provare.
Loro si…
La brava ragazza preferisce essere virtuosa, che auto-indulgente.
E peggio… sente di non poter essere entrambe… contemporaneamente.>>
– …
Lui resta ancora in silenzio.
<<La brava ragazza non vuole sembrare una puttana. Lo immaginerai. Ma è più… sai: una con opinioni troppo forti… beh è più facile che non piaccia.
-…
Le piace frequentare gli uomini, ma si deve sentire in colpa se li mette nella friend zone… ed è considerata da loro una zoccola se ci avrà rapporti occasionali.
Non potrà mai essere tutte quelle cose… che già è, insieme.
Ma allo stesso tempo deve pensare, altrettanto, a come essere carina e a come non rischiare di provocare troppo.
E sai qual è l’unica cosa che sogna durante le sue fantasie?>>
– Cosa?
<<Di prendere il controllo della propria esistenza.
Esprimere in toto le sue opinioni e avere il tipo di relazioni che lei vuole e definisce.>>
Continua a restare in silenzio. Tutte le sue battute, le risposte pronte… Non se lo aspettava.
Lei lo ha disarmato.
– E la terza regola?
<<Quali sono i tuoi sporchi segreti inconfessabili?>>
– Quella cosa del Cloud…
<<No, sono seria>> dice secca <<Quali sono le fantasie più profonde, strane e recondite? Se tu fossi totalmente libero, se sapessi che qualunque cosa ti è concessa, quali peggiori maialate ti piacerebbe fare?>>
– Va beh… i classici…
Non è molto a suo agio a parlare di quel argomento e quella non è una domanda cui avrebbe risposto.
<<Anche brutte, anche violente. Anche la più degradante per una donna. Fai finta. Sei dentro un porno, un sogno, come ti pare e puoi…>>
– Ok, dai, allora?
<<Se anche a lei piace, è lecito.>>
–Quarta?
<<Se una donna viene fino a casa tua… e cenate… e giocate… e state insieme per ore… e poi non te la da…
è una stronza.>>
– COSA?!
<<Hai sentito benissimo!>>
– E tutta la regola due?
<<Mica ho detto che la puoi violentare. Però mandare a fanculo sì.>>
– Mi sa di regola tranello.
<<Tesoro, ma credi davvero che una donna non lo capisce quando ti rivolta come un pedalino o si diverte a tenerti appeso? Pensare che una donna sia libera, vuol dire accettare anche che possa essere una stronza.>>
– Non capisco che c’entra.
<<Non la devi proteggere. C’è una via di mezzo tra il menare, umiliare o anche solo controllare le donne… e il non poterle mandare a cagare. Se accetti che è libera, ma libera davvero, e può venire da te e farti credere quel che vuole, perché fidati che lo sa benissimo quand’è che ti rigira per bene, allora la devi mandare nello stesso luogo dove manderesti un tuo amico che ti rigira.>>
– Vorrei sapere da voi ragazze, a che età smettete di pensare al principe azzurro e iniziate a guardare i porno coi neri.
<<Cambi discorso perché non capisci o perché sei a disagio?>>
– Credo di star capendo solo ora.
<<Quinta regola. Devi promettere di cercare di capire, ok?>>
– Ok.
La macchina entra nel vialetto.
Trovano parcheggio proprio davanti casa di lui.
Lei porta la propria borsa e una sdraio che dovevano togliere dal bagagliaio da 2 giorni.
Lui sta girando la chiave a rallentatore, la testa piena di pensieri che cerca di metabolizzare e, alle sue spalle, lei ancora gli parla.
<<La donna non capisce l’uomo.>>
Senza tregua.
Entravano stanchi e buttavano distrattamente le borse per terra.
<<Tutta quella storia che voi siete semplici, è una stronzata.
Si dice che donne manipolino gli uomini, perché voi volete scopare molto più di quanto noi possiamo restare arrabbiate, no?>>
– Peggio per lui. Come suprema opera di difesa maschile, Shakespeare scrisse Macbeth, la disperata storia di un uomo che diede retta a sua moglie.
<<Io, giuro, non capisco che dici.>>
– Dico che la relazione è l’arte di saper risolvere in due, problemi che da solo non avevi. Il problema non è chi si arrabbia e chi è complicato, il problema è che stai con una complicata che si è appena arrabbiata.
<<Smettila. Lo so benissimo che tu credi alle relazioni. Ma perché le donne vengono date per complesse e gli uomini per semplici?>>
– Joyce ci ha scritto una cosa bellissima sai?
<<Quale?>>
– “Ma il mio corpo era come un’arpa e le parole e gesti di lei come dita sulle sue corde.” La adoro. Noi non abbiamo una “contro-arma” per bilanciare un potere simile.
<<Ti concentri sulla storia della manipolazione. La salsa. Ma io ti sto mettendo la bistecca: puoi finalmente uscire dalla storia degli uomini rozzi, ma tutto sommato lineari, e delle donne dolcemente complicate.
– Così mi tocca responsabilizzarmi di più. Se non sono io rozzo e le donne che si fanno i film mentali, che mi resta?
<<La bistecca! Ti puoi arrabbiare e anche pretendere di essere consolato.>>
– Che stai dicendo?
<<Gli uomini sono lunatici e fragili quanto e più delle donne. Basta sbagliare a guardargli l’uccello che si sentono subito inadatti e insicuri. Per un uomo, che una donna non lo guardi è altrettanto grave che pensare che gli altri uomini non guardino con ammirazione la sua donna.>>
– Va beh, ma anche a voi fa piacere che le altre donne vi guardino l’uomo con fare beato.
<<Ci fa piacere che ci riconoscano una cosa bella, non diverso da come con le scarpe! Ma se una me le guarda con l’acquolina in bocca, mi tolgo la D’Orsai e le pianto il tacco in fronte…>>
– Cos’è una D’Ors…
<<Ecco!!! Capito ora!?!? Io mi ammazzo di fatica per un’intero pomeriggio a rifinire e abbinare, per uno che non sa distinguere un vinaccia satinato da un bordeaux opaco.>>
– Io non ho idea di cosa stai parlando. Comunque non ho capito niente di che c’entra le scarpe o la teoria che siamo complicati, ma ammetto che noi non ci accorgiamo di queste cose di capelli, colori e abbinamenti.
<<Rigira la cosa! Difenditi, Cristo santo, di’ che noi sappiamo benissimo che voi non ci farete mai caso a queste cose, ma che, tuttavia, ci arrabbiamo lo stesso quando non le notate. È giusto?>>
– È giusto.
<<Ok. E perché accade?>>
– Perché la donna non capisce l’uomo?
<<Già… Possiamo parlarvi per ore senza che voi capiate nulla di un concetto minimo ed è assolutamente inutile che ci diciate di “non parlare per ore”, perché se stiamo zitte, poi ci dite che vi teniamo il muso e a quel punto vi offendete voi. Capisci la fatica?>>
– …
<<Vi offendiamo e neanche ce ne accorgiamo. Siete dei fragiloni. Ci basta toccare la nota sbagliata e vi ammusolite.
Non lo vedi che non riusciamo a capire come prendervi, quando vi vogliamo bene?>>
– Sembra un episodio di Mad Men…
<<Pensaci.>>
– Sì, ma ho capito. Anche l’uomo è incasinato, anche la donna può non capirlo. E l’ultima?
<<La Sesta regola:
quando parli con una ragazza, magari è intelligente, è indipendente, è tanto tosta…. e tutto quanto…>>
– Sì…?
<<Ma tu diglielo lo stesso che è bella. Ok?>>
– Ok.
<<Ok.>>
Un lungo silenzio.
Poi lui la guarda. È seduto sul divano. Lei in piedi, poggiata alla porta che da sul giardino, guarda la sigaretta.
– Perché mi racconti queste cose?
<<È tempo che gli uomini lo sappiano. Anche nel vostro interesse.>>
– Sì ma perché le racconti a me?
<<Tra mille ho scelto te.>>
– Vedi alle volte la fretta…
<< Ci sono persone che entrano nella tua vita per caso, e altre per caso umano.>>
– Aspetta, è un complimento o un insulto?
La serata vola via.
A tarda notte, lui aveva fatto delle patatine fritte, comprate al discount.
Lei aveva aperto con un accendino una peroni dopo l’altra.
Le sigarette, in questo, si erano rivelate utili.
Quella notte erano troppo stanchi per uscire e si sono messi a vedere la tv sul vecchio scassone, inquilino invernale di tutte case al mare.
La replica di una replica, di una fiction, che era già vecchia quando uscì e che anche allora era molto brutta.
Una tizia ha lasciato un manzo col mascellone, ora lui si è messo con una tettona, e questa, la latteria, è una pessima soggetta, e lei, la buona, si arrabbia e confida con le amiche.
Ma non tanto perché la mammiferona sia la cattiva delle serie. Più che altro, non si capacita di come lui potesse averle fatto una cosa così orribile come sentirsi immediatamente con un’altra, dopo che lei stessa lo aveva lasciato.
Davanti alla luce fioca del piccolo, vecchio, televisore, abbracciati sul divano e con le patatine davanti, stanchi e alticci, guardano entrambi, pigramente, l’ennesima storia di equivoci e omissioni, dove si sarebbe risolto tutto se solo i protagonisti si fossero parlati a cuore aperto.
“Ci siamo lasciati 10 giorni fa e già sta con quella!” Piange la buona.
– E per la rubrica “ah ma non ce l’ho solo io” di oggi, è tutto amici!
Fa Lui alla tv.
<<Cazzo dici tutta fiera “sì, ma lei non sarà mai come me” se è questo il motivo principale per cui lui l’ha scelta? Io… boh!>>
– Cosa?? Pensavo facessi il tifo per la buona, non per la bonazza che mira all’eredità.
<<Ma sei matto? Sai se quei due cristiani se fanno un figlio, come esce? Andate! Andate e pornificatevi!!!>>
Verso la fine dell’ultima puntata sono entrambi presissimi.
La buona in TV dice che ha letto negli occhi del manzo, che lui non permetterà alla pessima soggetta mammelluta di vendere l’albergo ad un’azienda senza scrupoli.
<<Gli occhi non mentono, ma anche il cazzo non scherza. Resta con la tettona!>>
– Eh, ho capito ma quella sempre una bottana rimane
<<Bah, le puttane sono sensibili quanto le altre. Ma si lagnano meno.>>
– Sai che sei una femminista strana?
<<Tutta sta riscossa femminile fatta di singletudine, cultura millantata, apericena, amiche spagnole dell’erasmus e insoddisfazione costante… sarò fatta male, ma mi fa una tristezza desolante.>>
– Non ho ca…
<<Sai perché, solo a Roma, gli uomini con molti amici trovano spesso donne stupide, mentre quelli che sanno combattere, riescono a capire quando una donna ora ha una voglia matta di fare all’amore?>>
Disse fissandolo coi suoi occhi profondissimi, senza scostarsi i capelli.
– Matteo Merolla
Il nostro eroe, tanto intelligente quanto prolisso, riesce a fare l’amore e non solo a parlarne?
Per tutta la storia, Lui parla cercando la saggezza di altri, mentre Lei cerca costantemente di crearsi le sue “massime”. Nessuno dei due mi sembra abbastanza sicuro da poter fare all’amore. Il massimo cui possono aspirare, probabilmente, è il sesso.
È interessante che le lettrici non concordino con Lei ma con Lui, che l’amore è per l’uomo una conquista in cui deve “Riuscire”.
Sarebbe curioso vedere se Lei si sente riuscita o riuscente
Penso che entrambi, se dobbiamo parlare di atto di amore, sono “falliti”. Mi pare che sotto l’ironia di lui ci sia una fragilità che tanto più cerca di nascondere, tanto più é palese. É propria l’ostentazione di sicurezza di Lui(non esporsi mai, prendere frasi fatte) che invece mi fa pensare che egli stesso consideri l’amore una conquista. Per lei l’amore é la naturale conseguenza della conquista della sua libertà personale (il pezzo in cui parla della brava ragazza). In generale trovo che il pezzo sia velato dalla tristezza e mi fa percepire ancora di più l’abisso che c’è tra uomo e donna come modo di sentire. Insomma una chiacchierata che dovrebbe essere leggera ma che rivela una ferita.
Mi fa molto piacere anche quest’analisi. La differenza di genere nel modo di ragionare e rapportarsi, era voluta ed è una bella soddisfazione che ciò sia passato.
Storia affascinante e dalle mille sfumature senza mai risultare noiosa o soporifera. Matteo è riuscito perfettamente a trattare classici tabù tra uomini e donne con un testo dinamico e diretto senza mai cadere nel volgare
Credi che la cosa più importante che hanno capito loro due, è che le incomprensioni tra i generi nascono dal fatto che le donne si rivolgono agli uomini con la convinzione di parlare con una donna; con gli interessi di una donna, le paure di una donna e le voglie di una donna. Esattamente come fanno gli uomini, parlando con le donne come se fosse un uomo con meno barba.
Il sesso è la summa massima di un rapporto che può portare piacere (quello vero) ad entrambi, solo se i due si conoscono, e, sopratutto si capiscono, profondamente.