Arte

Sacro Vivaldi: Note di eternità al Teatro Comunale di Ferrara con il critico d’arte Vittorio Sgarbi

 

Sacro Vivaldi è il concerto che si è tenuto il 23 aprile al Teatro Comunale di Ferrara per l’omaggio a San Giorgio, patrono della città, con la straordinaria partecipazione di Vittorio Sgarbi.

Sacro Vivaldi

Con Sacro Vivaldi, il critico d’arte Vittorio Sgarbi è tornatodi nuovo al Teatro Comunale di Ferrara per condurre il viaggio alla scoperta dell’arte sacra nel raccordo fra capolavori pittorici e sculture del passato e il fascino dell’Orchestra Barocca Città di Ferrara che, insieme al Coro Accademia dello Spirito, ha interpretato i brani più celebri del repertorio vivaldiano.

Le immagini evocheranno quello che Dio ci fa sentire dentro e che Vivaldi ci fa sentire con la potenza della sua musica. Le immagini accompagneranno la musica e viceversa”.

Con questo commento Sgarbi aveva annunciato la traccia intima dell’iniziativa e il suo intervento ha fatto risaltare la vocazione culturale di Ferrara, città in cui le arti s’incontrano formando l’essenza di un dialogo con il tempo che ha il linguaggio della musica, della scultura, della pittura. Note che si declinano, particolarmente, intorno alla Mostra al Palazzo dei Diamanti sul Rinascimento pittorico ferrarese di Ercole De Roberti e Lorenzo Costa che presto, dal venerdì al lunedì, resterà aperta la sera per accogliere il flusso dei visitatori fino alle 23 circa.

Preludi e intersezioni di trascendenza

Il Sottosegretario alla Cultura ha menzionato l’Associazione Nuova Terra Viva di Ferrara, che gestisce un’area verde comunale e le cui finalità consistono nell’evoluzione dell’essere umano nella sua integrità, nella promozione di attività artistiche e manuali, nella tutela del consumatore nel campo alimentare, nella diffusione di arte e conoscenza che si estendono alla dimensione dell’anima e dello spirito.

Ha, poi, precisato Vittorio Sgarbi:

Questa realtà si trova ai confini di due cimiteri, quello ebraico e quello cristiano e questa convivenza di vivi e di morti fa pensare che i morti sono lontani da noi solo apparentemente. I morti trovano pace, i vivi sono immersi in conflitti che rendono difficile la vita, ma in quel punto in cui i morti e i vivi convivono si capisce che Dio esiste. Esiste un Dio che i pittori ferraresi hanno rappresentato nella loro sconfinata fantasia rivelativa di un’impronta arcana, ma l’artista che più di tutti ha dimostrato che Dio c’è è Giovanni Bellini, veneziano d’origine che sicuramente ha visitato Ferrara, cognato di Andrea Mantegna. In lui Dio Padre è rappresentato come un vecchio ed è bene che sia così perché la vecchiaia è saggezza, mondi e tempi tramandati da memorie e parole. Dio è Colui che abbraccia l’umanità orante ma che si riconosce anche nella Natura: la terra di Bellini è concimata di anima. Diversamente accade in Piero Della Francesca la cui visione è metafisica e in cui Dio è geometria, matematica, ordine del mondo”.

L’uomo, in quanto essere a metà fra cielo e terra, si protende verso l’infinito e invoca, per i credenti, l’aiuto divino che Vivaldi innalza nella sua composizione “Domine ad adiuvandum me, Festina”, inserito negli ascolti del programma musicale del Sacro Vivialdi.

Il Magnificat di Maria

Vittorio Sgarbi ha interamente letto il Magnificat, la preghiera che la Madonna eleva a Dio nella sua opera di carità e giustizia, annunciando lo splendido Magnificat vivaldiano.

Ha dichiarato:

È Maria a pregare ed è giusto che i giovani conoscano preghiere come questa, non perché siano obbligati a credere in Dio ma perché sono le invocazioni di una umanità che cerca soccorso e che crea Dio, se Dio non ha creato noi, per trovare speranza”.

In Sacro Vivialdi Sgarbi si è poi riferito al caso di cronaca riguardante la maestra sospesa per aver fatto recitare a scuola l’Ave Maria. Ha commentato:

Un fatto assurdo, che esclude il fanatismo e si collega, invece, ai valori fondanti della nostra civiltà. Una Madonna con il Bambino è l’archetipo dominante della storia della pittura italiana”.

Fra i dipinti su cui si è soffermato spicca l’Annunciata di Antonello da Messina, pittore del Rinascimento siciliano. Il critico d’arte ha precisato:

La caratteristica di questa immagine è di essere una Madonna che sta rispondendo alla chiamata dell’Angelo ma l’Angelo non c’è. Nell’Annunciazione di Simone Martini, ad esempio, il messaggero divino è atteso e giunge come in una corte regale. Nell’Annunciata, al contrario, l’Angelo è dentro di noi e, sia per chi crede che per chi non crede, è una voce interiore, uno stato della coscienza. Questa è la grande intuizione di Antonello da Messina che dipinge il volto bellissimo ed enigmatico della Vergine, una sorta di rifrazione speculare alla laicità della Gioconda di Leonardo, che fa sentire che l’Angelo è dentro di lei”.

Come nello sguardo dell’Annunciata, la dimensione del sacro si dilata fino a contemplare il mistero, la fede, la pulsazione divina e soprannaturale che prende per mano l’umanità. Ma c’è anche la sacralità immanente che risiede nell’arte, nella musica, nella storia di luoghi e generazioni, nell’aspirazione alla pace e nella poetica della bellezza.  Il tempo di Dio forgia il tempo dell’umanità.

Una delle puntalizzazioni più forti di Sgarbi è stata, inoltre:

Se Dio è il vecchio sapiente, Cristo nella pittura è il giovane che lotta, che vince e risorge, che incarna il tempo di Dio sulla terra”.

Il programma del concerto

Ha completato il programma del 23 aprile al Teatro Comunale di Ferrara l’esecuzione del Concerto per violino in due cori per la Santissima Assunzione di Maria Vergine RV582, il Kyrie RV587, il Concerto per archi in sol minore RV156. Il ruolo di Violino solista e Konzertmeister era affidato ad Antonio Aiello mentre  quello di maestro del coro a Francesco Pinamonti. La soprano Carlotta Colombo e l’alto Chiara Brunello hanno interpretato le voci soliste. Il volto di Antonio Vivaldi era sullo sfondo della bella regia video di Domenico Giovannini, quasi a gustare la cascata degli applausi finali del foltissimo pubblico e a ricordare che esiste una sapienza antica custodita nel potere creativo dell’arte che non ha tempo, parla con il presente ed è un’immensa ricchezza per l’umanità.

Daniela Muraca