Cultura

Reportage Lucca comics & Games 2023

Lucca. Come ogni anno finisce il festival più importante dell’anno e dobbiamo fare il bilancio di come è andata la manifestazione. 

Bypassando la querelle politica, la manifestazione è stata travagliata sotto tanti punti di vista, dal meteo alle criticità organizzative e quelle inerenti alle comunicazioni.

Il meteo non è controllabile, e su questo non ci piove, ma era notizia ben nota che i quei giorni la Toscana sarebbe stata investita da maltempo e forti piogge. Va da se che la scelta di spostare vari eventi all’esterno si sono rivelati un autogol. Anche la gestione dei braccialetti per accedere è stata quantomeno lacunosa, con l’aggravante che nel corso delle giornate si è scelto di cambiare le modalità di accesso. Il braccialetto serve oppure no? 

Anche alla luce delle tragedie che hanno colpito il territorio durante la fiera non c’è stata una comunicazione convincente. Si è accennato ad un banner a lutto sui social e la devoluzione di “una parte” del ricavato delle aste dell’area artisti del padiglione Carducci. Qui si è sicuramente peccato di pressappochismo, oltre che aver di fatto mancato al tema della manifestazione “togheter”. Insieme? Difficile quando non c’è un briciolo di empatia verso il prossimo che è in difficoltà a pochi chilometri. 

Dal punto di vista logistico non ci sono stati grandi cambiamenti, sempre file lunghe e senza senso, le mura che hanno perso il proprio appeal vista la mancanza di tantissimi stand che prima costeggiavano tutto il perimetro di Lucca. La scelta della Japan Town posizionato in una zona molto staccata dalla città è, secondo il mio modesto parere, un autogol che Lucca si fa ogni anno (e che fa scontare a standisti e visitatori) e che non ha senso visto e considerando che poteva aver senso per l’emergenza covid ma che allo stato attuale tanta utilità non ce l’ha.

Tanti gli ospiti internazionali, tutti di altissimo livello, che hanno arricchito l’esperienza per i visitatori, imponendo alcuni stand dedicati alle novità più importanti dell’anno, come ad esempio quello della Star Comics dedicato a One Piece o quello di Bandai dedicato al modellismo, le figure e tutto quello che è parte del brand nipponico. 

Padiglioni presi d’assalto come quello Funko sono stati pressoché impossibili da raggiungere se no dopo file interminabili, ma lo spirito del collezionista è forte in ogni nerd che si rispetti, quindi tutti in fila per un prezioso Funko limited. 

Alla zona Games grande entusiasmo per il TGC di Lorcana e per One Piece TCG. Stand Ravensburger bellissimo ma purtroppo la scarsità di materiale ha reso complicato per i visitatori portarsi a casa mazzi e bustine in quantità mentre la promo che veniva data in omaggio è già ricercatissima dai collezionisti.

Un Giudizio di questa Lucca? È stata un’edizione travagliata sotto tutti i punti di vista, secondo molti sta raggiungendo il “punto di rottura”. Sicuramente serve un bagno d’umiltà e serve una pianificazione più attenta e più ragionata, addirittura potrebbe essere utile un cambio al vertice per cercare di dare una scossa ad un movimento che sembra essersi ingroppato in un moto “auto narcisistico” che impedisce un’evoluzione della fiera. 

Lucca ha potenziale, tantissimo, ma bisognerebbe scendere dal piedistallo di “Fiera top” e tornare ad una gestione più vivibile e soprattutto più umana. Sia per chi opera dietro gli stand sia per chi viene per godersi una città splendida che però si trasforma in un girone degno di Dante. 

Renato Umberto Ruffino

Giornalista, sceneggiatore, editore. Laureato in Scienze politiche presso l'Università degli studi di Roma 3. Fonda e dirige la Prankster Comics. Collabora con Aurea editoriale su Skorpio e Lanciostory.