Monica Bolzoni: La poetica del semplice in mostra alla Galleria Nazionale di Roma
A Monica Bolzoni e al suo storico marchio Bianca e Blu è dedicata l’esposizione ospitata dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che racconta l’esperienza trentennale di moda della designer milanese degli anni ’80, con l’intento di esplorare concettualmente il processo che ha animato la sua articolata esperienza creativa.
La poetica del semplice è l’ingrediente che ha nutrito e animato il lavoro di Monica Bolzoni, protagonista sui generis della storia della moda italiana e internazionale, dando vita a un linguaggio personale raggiunto operando scelte fortemente selettive, coerenti con la sua personalità libera e indipendente.

© ECAL / Nicolas Polli

© ECAL / Yuliya Khan e/and Maria Tasula

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pubblicazioni, fotografie) da parte di un’istituzione come la Galleria Nazionale, rappresenta un rilevante riconoscimento del ruolo culturale svolto dal design di moda nonché un tassello importante nel dibattito contemporaneo che di recente si interroga sugli archivi di moda, sempre più veri e propri dispositivi di archeologia del presente, patrimoni ideali e collettivi condivisi.

© ECAL / Senta Simond e/and Laura Zoccarato

© Marcello Formichi, Polo museale della Toscana / Pinacoteca di Siena

© ECAL / Senta Simond e/and Laura Zoccarato

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© ECAL / Marvin Leuvrey

© ECAL / Marvin Leuvrey

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© Marcello Formichi, Polo museale della Toscana / Pinacoteca di Siena
La vita di Monica Bolzoni
La sua carriera nel mondo della moda inizia nel 1970 nel prêt-à-porter parigino, come responsabile del prodotto e dell’immagine di Franck Olivier.
Tra il 1975 e il 1980 è fashion coordinator per Fiorucci in Italia, poi a New
York e Los Angeles. Grazie all’esperienza negli Stati Uniti entra in contatto con l’avanguardia artistica di Andy Warhol e la Factory.
Rientrata nel 1980 in Italia apre a Milano il suo primo negozio Bianca E Blu (BB1), il focus delle sue collezioni è un attento studio del rapporto abito/corpo.
Nel 1984 nasce il secondo spazio, BB2 per la produzione di capi di alta sartoria. Oltre a conquistare l’attenzione della stampa e di un pubblico internazionali, collabora con grandi fotografi, tra i quali Watson, Barbieri, Newton.
Nel 1985 apre La Sartoria, un atelier dove mette in pratica la sperimentazione di materiali innovativi, come tessuti metallici e resinati, nylon e jersey, e alla progettazione di stampe, pitture e colori.
I suoi must sono un total look modulare e un nuovo concetto di basic al femminile, molto curato nei dettagli, che Monica Bolzoni chiama capi d’affezione, in controtendenza alla moda degli anni ‘80.
Nel 1989 collabora con Mitsubishi, con l’apertura di un negozio Bianca e Blu ad Aoyama-Tokyo.
Durante gli anni ‘90 sviluppa un rapporto sempre più intenso con l’arte, il cinema e il teatro d’avanguardia. Collabora con Vanessa Beecroft, Letizia Cariello, Claudia Losi, Cesare Viel e nel teatro con Fanny & Alexander.
Nel 2001 collabora con la rivista “Case Da Abitare” per cui cura le seguenti rubriche: Casa Di Bambola, Casa Bianca Casa Blu, La Casa Bianca e La Casa Blu. Progetta e realizza, inoltre, il design della shopping-bag utilizzata nella campagna per il rilancio della rivista.
Nel 2005 Monica Bolzoni ottiene una cattedra per dirigere il Laboratorio di introduzione al design del vestito, presso il Corso di Laurea in Design della Moda, Facoltà di Design e Arti, Università IUAV di Venezia.
Tra il 2009 ed il 2011 è impegnata nel nuovo progetto Bianca e Blu-BBland, un atelier polifunzionale per nuove idee e nuovi eventi dove continua la sperimentazione e la sartoria per la personalizzazione di capi unici.

© Maria Mulas
Il percorso della mostra
La mostra articolata su due piani espone dagli abiti più significativi della sua produzione (Sherazade, Brigitte, Grace per citarne alcuni) agli accessori e bijoux, all’ampia ricerca dei tessuti prodotti appositamente sulla base di studi che accanto a disegni originali e fotografie, alcuni selezionati dall’archivio cartaceo Bianca e Blu donato alla Galleria, completano la narrazione. Sempre al primo piano, verranno esposti i capi della collezione permanente della Pinacoteca Nazionale di Siena.
Non mancano i progetti a tema come le divise, “I like bike”, capi realizzati come pezzi di insieme che costituiscono un guardaroba completo, o nel caso della collezione prodotta per la mostra Mai dire Mao! Servire il Pop dove vengono rivisitate le divise e gli accessori indossati dalle interpreti del balletto “Il distaccamento femminile rosso”.
Il secondo piano è riservato alle collaborazioni con il mondo dell’arte e del teatro d’avanguardia, con l’esposizione di documenti di archivio, tra cui disegni, foto e video, insieme a capi e accessori pensati e prodotti non per la vendita ma per le performance degli artisti come Vanessa Beecroft (VB17-21, 1995/1996), Letizia Cariello (My Sister is Always with me, 2003), Fanny&Alexander (Amore,2007; There’s no place like home, 2009; K313, 2007) Cesare Viel (To the Lighthouse, Cesare Viel as Virginia Woolf,
2005) e Claudia Losi (About Proximity, 2016). Presenti anche alcune opere originali gentilmente prestate per questa esposizione.
A completamento del percorso narrativo, la galleria con foto e redazionali dall’archivio Bianca e Blu che documentano l’ampia produzione e rilevanza nelle riviste importanti di moda, come Vogue, con reportage di fotografi e fashion editor del calibro di Albert Watson, David Bailey, Helmut Newton, Manuela Pavesi, Alice Gentilucci, e molti altri.
L’esposizione riunisce una selezione del patrimonio di recente acquisizione da parte della Galleria Nazionale a fianco di materiali provenienti dalla Pinacoteca Nazionale di Siena e dall’archivio personale di Monica Bolzoni può essere visitata fino al 27 febbraio.
Immagine in evidenza: Modello in loden con inserti in jersey tecnico, cuffia in jersey tecnico di Bianca e Blu © ECAL / Yuliya Khan e/and Maria Tasula
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