Mamma Romanista in cucina: lo sgarro nella dieta
Mamma Romanista ci propone oggi una riflessione su un tema piuttosto comune e spinoso: il desidero, di cui spesso siamo vittime, di un alimento “tabù” che mette a rischio il percorso di dimagrimento o di mantenimento di un determinato peso.
Lo sgarro è una parola che, sebbene apparentemente innocua, racchiude al suo interno diversi stati d’animo e sentimenti di intensità più o meno elevata. Il semplice desiderio, ad esempio, inteso come voglia estemporanea di addentare un alimento al di fuori del proprio regime dietetico: niente di più frequente!
A un livello certamente più alto, invece, troviamo l’ansia, generata una volta soddisfatto il desiderio, che insieme al senso di colpa ci tormenta per ore o giorni. Ecco perché lo sgarro è qualcosa di molto più complesso di una semplice “deviazione di percorso”.
Come concedersi uno “sgarro” senza sentirsi in colpa
Ma è sempre così? Siamo condannati a vivere le fasi dello sgarro come un’inevitabile punizione per le nostre voglie? Possiamo imparare a gestirlo in maniera sana? Certo! Nel caso di persone nel complesso sane, le diete servono sostanzialmente a smaltire qualche chilo (o un po’ più di qualche) accumulato nel tempo per via di un’alimentazione errata. Questo troppo spesso genera un equivoco, figlio delle dannosissime diete “fai da te” suggerite dall’amica dell’amica “che è dimagrita tanto”: tendere a fare la fame. Un atteggiamento che aumenta esponenzialmente il rischio di cedere agli sgarri. Eccessive restrizioni caloriche generano infatti ancor di più il crescente desiderio e la lista degli alimenti che non rientrano nella dieta. Invece, bisognerebbe semplicemente imparare a mangiare bene.
Abolita la dieta con cui “si muore di fame”
L’alimentazione ha il ruolo importantissimo di mantenere la persona in salute e prevenire patologie derivanti dallo stile di vita. Nella quotidianità, quindi, seguire un regime alimentare, anche normocalorico, che rispecchi queste caratteristiche è fondamentale. Non per questo, però, il gusto deve essere bandito. dieta elaborata da un professionista non è una dieta dove si “muore di fame” ma un percorso in cui non deve mancare la ricerca del piacere del cibo o, addirittura, l’opportunità di scoprire nuovi sapori o abbinamenti che non eravamo abituati a considerare. Ricordarlo non guasta mai: la dieta è personale, costruita in base a determinate caratteristiche clinico/fisiche non riconducibili ad altri, non esclude il gusto e si basa su abitudini, impegni e realtà in cui il paziente vive. Se la dieta segue questi principi, il desiderio dello sgarro sarà attenuato. Inoltre, un altro aspetto della dieta correttamente assegnata è proprio quello di saper inserire queste eccezioni, senza eccessi, per appagare voglie estemporanee.
Sgarro dolce o salato?
veniamo ora allo sgarro in sé, che può essere dolce o salato a seconda delle preferenze, ma che non può prescindere da un aspetto: il carico di calorie e grassi. Il principio non è lontano dai pasti del Natale o della Pasqua, sgarri per eccellenza. Ebbene, la verità è che non si ingrassa con il pasto del 25 dicembre ma si ingrassa se la frequenza delle eccezioni inizia ad essere eccessiva: in poche parole, dal 24 dicembre al 6 gennaio, come esempio chiaro. Non parliamo di “abbuffate”, quello è un discorso che merita un articolo a parte, parliamo dello sgarro puro.
Attenzione alle porzioni!
Se seguite uno stile di vita sano, con alimentazione ben organizzata, accompagnata da attività sportiva regolare, non ci si accorge quasi dello sgarro settimanale. In questo contesto, il primo piatto più elaborato, la ricetta che tanto amate, non incide, anzi: è spesso suggerita nelle diete, anche se parliamo di dolci. A fare la differenza, come è evidente, sono le porzioni: quando parliamo di dolce, ad esempio, parliamo di una fetta di torta, non di tutta la torta! Saper inserire lo sgarro vuol dire diminuire anche ansia e sensi di colpa: una vera conquista!
Un’esperienza sensoriale a tutto tondo
Un altro escamotage molto usato è trovare alternative più salutari che ricordino, nei colori, nei sapori, nella consistenza, la ricetta super pesante tanto amata. Oppure, perché non inventare qualcosa di nuovo, a maggior ragione in un periodo come questo in cui siamo obbligati a trascorrere più tempo in casa? Per aiutarvi in questa ricerca vi suggerisco uno sgarro, con un ingrediente particolare: i pistacchi!
Mamma Romanista vi propone allora la lasagna al pesto di pistacchi e zucchine è un’alternativa golosa e salutare alla più tipica versione al ragù.
LASAGNA AL PESTO DI PISTACCHI E ZUCCHINE
Preparazione della besciamella
• 1 L Latte
• 100 g farina
• 80 g burro
• sale qb
• noce moscata qb
PROCEDIMENTO
In un pentolino far sciogliere il burro e poi unite la farina per preparare il roux. In un’altra pentola riscaldate il latte fino all’ebollizione e aggiungete il sale e la noce moscata. Unire il roux al latte, girare fino a quando non avete ottenuto la consistenza desiderata.
PESTO AL PISTACCHIO E ZUCCHINE
• 500 g zucchine
• 50 g di pistacchi tritati
• 40 g parmigiano
• 5- 6 foglie di basilico
• 50 g olio
• sale qb
• aglio facoltativo
Procedimento
Tritate tutto insieme fino a quando non si otterrà il composto con la tipica consistenza del pesto.
LASAGNA
• 300 g sfoglia per lasagna già pronta
PROCEDIMENTO
Imburrate la teglia ed assemblate i vari strati della lasagna partendo dalla sfoglia, poi la besciamella e per ultimo il pesto. Nell’ultimo strato aggiungere del parmigiano grattugiato. Infornare a 180° per 20 minuti. Se desiderate una crosta gratinata cuocere altri 5 minuti con il grill.
Ecco a voi la proposta di Mamma Romanista per un primo piatto gustoso ma leggero: la lasagna al pesto di pistacchi e zucchine!
di Michela Pezzali, alias Mamma Romanista – partner RomaForever.
Immagine in evidenza: Joseph Pisicchio via Unsplash