Lavorare fino a tardi con orari estenuanti comporta un aumento del rischio di depressione e cattiva salute nella mezza età
Lavorare troppo aumenta il rischio di depressione e malattie
Dopo aver esaminato gli orari di lavoro e i modelli di sonno di 7.000 americani per tre decenni, gli scienziati hanno scoperto che solo un quarto dei partecipanti lavorava con orari diurni regolari
Lavorare fino a tardi con orari estenuanti da giovani comporta un aumento del rischio di depressione e cattiva salute nella mezza età. Lo rivela un nuovo studio guidato da Wen-Jui Han, professoressa della NYU, pubblicato su PLOS One. Dopo aver esaminato gli orari di lavoro e i modelli di sonno di 7.000 americani per tre decenni, gli scienziati hanno scoperto che solo un quarto dei partecipanti lavorava con orari diurni regolari. Fra le persone che hanno preso parte allo studio sono stati intervistati gli individui di età compresa tra i 22 e i 50 anni, e tre quarti del campione di lavoratori americani esaminati erano nati negli anni Sessanta. Rispetto ai lavoratori con orari diurni, i lavoratori che facevano orari notturni o turni a rotazione quando erano più giovani hanno riferito di avere difficoltà a dormire e di avere maggiori probabilità di soffrire di cattiva salute e depressione attorno all’età di 50 anni. Dopo aver accumulato troppe ore di lavoro e aver abbracciato la mentalità della cultura della fretta per decenni, a 40 anni il medico di Han le ha detto che aveva l’età biologica di un sessantenne. Questo l’ha spinta a studiare se lavorare a lungo potesse avere un impatto sulla salute a lungo termine.
“Il nostro lavoro oggi ci rende malati e poveri”, ha spiegato Han. “Il lavoro dovrebbe permetterci di accumulare risorse, ma per molte persone questo non accade, rendendole al contrario più infelici nel tempo”, ha continuato Han. “Spero che la ricerca possa fornire risorse per aiutare le persone ad avere una vita felice e sana quando sono fisicamente esauste ed emotivamente svuotate a causa del loro lavoro”, ha aggiunto Han. “Possiamo dire che le persone vogliono volontariamente lavorare a lungo, ma in realtà non si tratta di questo”, ha osservato Han. “Percepiscono che la cultura del loro lavoro richiede che lavorino a lungo, altrimenti potrebbero essere penalizzati”, ha precisato Han. Nella sua ricerca, la ricercatrice ha scoperto che coloro che sacrificavano il giusto riposo per il lavoro avevano statisticamente più probabilità di soffrire di depressione o di problemi di salute. “Quando il nostro lavoro diventa un fattore di stress quotidiano, queste sono le conseguenze per la salute che ci si può aspettare di vedere 30 anni dopo”, ha sottolineato Han.
Lo studio potrebbe aver messo in relazione il lavoro notturno e i turni a rotazione con un sonno insufficiente e una cattiva salute, ma non e’ riuscito a rivenire prove sostanziali che l’uno sia la causa diretta dell’altro. Tuttavia, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie fanno notare che un sonno insufficiente può portare a una maggiore probabilità di malattie croniche, tra cui diabete, patologie cardiache e obesità.
fonte AGI