La cura Shakespeare: che mondo sarebbe senza William?
Il 17 dicembre scorso è stato presentato a Roma il libro La cura Shakespeare. L’evento è stato arricchito dalla presenza di tutti gli autori dei vari contributi presenti nel volume, ognuno dei quali ha proposto il proprio originale punto di vista sulla produzione shakespeariana.
In tutto il mondo il 2016 ha visto un susseguirsi di celebrazioni per i 400 anni dalla morte di William Shakespeare. E l’Italia non è rimasta a guardare: ha infatti chiuso l’anno celebrativo un libercolo degno di nota, La cura Shakespeare presentato a Roma, presso l’Enoteca Letteraria, un delizioso luogo di libri antichi e moderni che pare un po’ fuori dal tempo, sito in via delle Quattro Fontane.
La cura Shakespeare è un volume collettaneo, composto di ben dieci interventi culturali e terapeutici, con la curatela di Amedeo Caruso, psicoterapeuta e direttore della rivista Arte psiche e società. In mezzo alla vastissima mole di testi critici dedicati a Shakespeare e alle sue opere, questo libro, edito dalla Lithos, si distingue per l’estrema varietà degli interventi: tra gli autori dei vari scritti che lo compongono vi sono attori e registi, studiosi e semplici appassionati. L’idea di Amedeo Caruso, ideatore del progetto, è stata di riunire intorno a sé cari amici, colleghi e allievi con competenze, esperienze lavorative e di vita estremamente diverse.
Seppur non richiesto agli autori all’atto del mandato, il taglio del testo nel suo insieme risulta, coerentemente con il titolo, di tipo psicoanalitico. La cura Shakespeare centra così nel segno mostrando come l’opera del poeta inglese possa avere un potere salvifico e curativo alla stregua di una seduta di psicoterapia. Estremamente originale, quindi, l’idea di giustapporre interventi dal taglio più accademico e rigoroso come il testo di Leopoldo Santovincenzo, studioso di cinema che rintraccia l’influenza dell’opera Shakespeariana in generi come il western e il gangster movie, o di Valeria Tirabasso, dottoressa di ricerca in storia del Teatro che si occupa degli incestuosi o conflittuali rapporti padri-figlie in alcune tragedie, ad altri contributi di natura più artistica, come quelli della poetessa Antonella Antonelli che, per l’occasione, ha creato dei componimenti lirici per alcuni personaggi femminili legati al Bardo. Mentre Valentina Bonaccio, psicoterapeuta e studiosa di psicodramma, con guizzo ironico ha ‘giocato’ a trasformare il drammaturgo inglese in un moderno psicoterapueta di coppia, ruolo che gli sarebbe calzato a pennello, essendo stato fine conoscitore e cantore dell’animo e della psiche umana.
Molte altre sono le riflessioni nei testi che completano il volume scritti dallo stesso curatore, Amedeo Caruso, Roberto Lombardi, Giuseppe Sansonna che ha accostato Shakespeare alla figura di Carmelo Bene, Tiziana Bagatella, Valentina Bonaccio, Vincenzo Leccese, Stefano Sabelli.
Dunque non solo Shakespeare e la psicoanalisi per un invito alla lettura.
La cura Shakespeare mostra le numerose influenze che questo grande autore ha avuto sulle arti e sulla cultura tutta, e narra di un teatro che godeva di una popolarità oggi difficile da immaginare, di cui dovremmo cercare di riappropriarci, proprio come incita il titolo dell’ultimo intervento-intervista Caruso-Sabelli che chiude il volume: “lettrici e lettori: a teatro a teatro!”.
Foto di Graziana Garzone
modella: Nicla Antonaccio