Jesús: il nuovo controverso film di Fernando Guzzoni sui teenager di Santiago del Cile
Jesús è un film di Fernando Guzzoni piuttosto squallido che non si riesce a vedere sino alla fine, tante sono le banalità che mostra.
Jesús (Nicolás Durán) ha 18 anni e condivide con gli amici la passione per hip-hop e k-pop, che pratica nei luoghi chiusi e aperti del Parque Forestal di Santiago. Ciò, però, non gli basta e fa uso di droghe e alcool.
Il ragazzo, una notte, in condizioni misere insieme ai suoi amici, trova un altro debosciato e lo picchiano a sangue sino a ridurlo in fin di vita. La noia che esprimono il protagonista con il suo gruppo è disarmante, più che allarmante.
Più che primi piani che sottolineerebbero la personalità del protagonista, vediamo soprattutto scene di gruppo in cui si evidenzia il non esporsi del singolo. Nessuno si assume responsabilità e ciondola strafatto di alcool e droga. Intanto, il ragazzo picchiato muore. Jesús chiede aiuto al padre, con il quale ha un rapporto conflittuale. Il padre, nonostante tutto, lo aiuterà con tutti i mezzi a sua disposizione. Jesús, presentato in concorso al Torino Film Festival, è il secondo lungometraggio di Fernando Guzzoni dopo Carne de perro (2012), ritratto di un ex funzionario della DINA, la polizia segreta di Pinochet, decaduto e disperato, interpretato dal grande Alejandro Goic (qui nel ruolo del padre del protagonista, ma anche in Il club e Neruda di Pablo Larraín).
Il film è come diviso in due parti. Nella prima assistiamo ai vezzi del giovane, poi, dopo quello che succede nel parco, diviene la storia di un padre che per amore del figlio, fa di tutto per salvarlo dai suoi problemi.
Nonostante ciò, il film resta piuttosto piatto e noioso. Non che il mondo degli adolescenti sia privo di interesse, anzi, ma non si assiste all’azione di una persona con una propria identità, ma di ectoplasmi in mano alle sniffate di vernice, alla droga e all’alcool.
– Veronica Pacifico