Il gangster movie e il fascino dei personaggi criminali
Da Scarface al Padrino, la storia gloriosa del gangster movie hollywoodiano ci ha regalato personaggi criminali folgoranti che si sono imposti nell’immaginario collettivo.
Ma qual è stata la loro influenza?
Il gangster movie è stato un genere dal successo altalenante nella storia del cinema hollywoodiano. Risalgono già agli anni ’30 famosi titoli che diedero linfa vitale al genere: Nemico pubblico di William A. Wellman e il ben più noto Scarface di Howard Hawks che ha ispirato il remake omonimo di Brian De Palma e che è divenuto una pietra miliare del genere al punto tale da divenire molto più famoso dell’originale, che forse molti non conoscono nemmeno.
Durante la guerra invece il genere ebbe una battuta d’arresto per poi risorgere negli anni ’40 fortemente condizionato dall’esplosione del Noir.
Il gangster movie è assurto autonomamente a nuovo splendore durante gli anni ’70 e ’80, grazie all’emersione delle nuove leve di registi quali Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Brian De Palma e al nostro Sergio Leone con il meraviglioso C’era una volta in america. Le storie di vita personali nei quartieri malavitosi della New York di quegli anni (mi riferisco in particolare a Scorsese ndr.), e le comuni origini italiane di questi registi, hanno legato il gangster movie ai poteri mafiosi degli immigrati di Little Italy.
Il personaggio mafioso più famoso e iconico è senza dubbio il Don Vito Corleone del film di Coppola, Il padrino (1972).
Il genere del gangster movie è, come tutti i generi, ben codificato: la parabola dell’ascesa nella criminalità alla rovinosa caduta del protagonista ricorre costantemente in questi film.
Il protagonista, viene introdotto nel giro della malavita e, da pedina del sistema compie poi la sua scalata verso il successo, arrivando in cima alla gerarchia della banda criminale. Una volta raggiunto l’agognato potere, segue una vita fatta di eccessi e sregolatezze, abuso di droghe, alcool, sesso e violenza inaudita. Infatti i gangster movie si distinguono per la presenza di scene molto violente, omicidi e sparatorie, celeberrima è quella del film del Gli Intoccabili (1987) ancora diretta magistralmente da De Palma, che omaggia il capolavoro La corazzata Potëmkin (1925) di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn.
Molte sono state le polemiche nell’opinione comune più moralista a proposito della violenza esplicita e altrettante ce ne sono state per via del modo in cui i personaggi criminali vengono presentati. La critica più diffusa ancora oggi nel nostro paese (lo dimostrano le accese polemiche nei confronti delle serie Romanzo criminale e soprattutto della più recente Gomorra) è la trasformazione degli antieroi in eroi; c’è il timore che i criminali finiscano per fornire dei modelli negativi.
I protagonisti malavitosi, attraverso una costruzione filmica “epica”, sono rappresentati dal cinema come figure estremamente affascinanti, con il rischio che possano essere d’ispirazione per i più giovani, che sono considerati più facilmente influenzabili dal luccichio apparente del potere. Concludo osservando che queste considerazioni sono fuorvianti: il delirio di onnipotenza del protagonista lo conduce alla sua stessa rovina e alla morte catartica, dimostrando così che non è tutto oro quel che luccica.
In copertina: poster home video C’era una volta in America – U.S. National Archives and Records Administration
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