Cultura

Hybris: L’ultimo spettacolo di Rezza e Mastrella che sfida le leggi delle relazioni umane

Con Hybris tornano in scena Flavia Mastrella e Antonio Rezza, definiti artisti unici “per folle e lucida genialità”, come riporta la motivazione del Leone d’oro alla Carriera ottenuto nel 2018.

 

hybris

 

Hybris sfida le leggi delle relazioni umane e “cambia” la geografia dei rapporti personali, trascende i confini e i limiti conosciuti e comunemente accettati come tali dai singoli.

In questa delirante messa in scena la scenografia è molto essenziale, quasi scarna, ma sul palco ci sono ben otto attori ” feticcio”, che agiscono e si muovono come reazione al flusso verbale e all’ energia sprigionata da Antonio Rezza, che definisce e modifica di continuo l’ universo scenico che lo circonda.
I confini personali e sociali da lui decisi in Hybris sono di continuo messi in discussione e riproposti in uno spazio dove tutto è possibile e nulla esiste realmente se non nel suono della parola che scalfisce, taglia, incide, crea, distrugge e definisce il senso dell’ esistenza, in scena ma non solo.
La definizione dei punti scenici è rappresentata da una porta semovente che si apre e si chiude di continuo, accoglie e taglia fuori, cambia le prospettive a seconda di chi osserva, a seconda di chi è dentro o fuori il perimetro definito in quel momento ben preciso. Chiunque si trovi in un punto circostritto del palco diventa quindi “domatore della sua proprietà privata”.

Hybris

In Hybris non esiste una demarcazione fisica, non esistono corpi organici, in scena ci si relaziona agli altri o ci si difende dagli altri con la parola, che diventa una spinta dinamica verso una continua evoluzione di senso. E come la porta definisce di volta in volta i limiti circoscritti della ” proprietà ” e della socialità, così il flusso verbale segue fluidamente il cambiamento definito in scena in quel momento.

Apparentemente regna l’ anarchia ma la parola in scena è aggressiva, regge e governa l’ insieme, delimita i rapporti umani e diventa la struttura portante attorno alla quale ruota tutto il resto, attori, spazio e ritmi scenici. La parola quindi, protagonista vera, è caotica, e delirante, ma al tempo stesso tagliente e dura: attraverso i continui giochi verbali, le evoluzioni e gli stravolgimenti di senso, si definisce l’esistenza sociale degli individui in una umanità piena di rabbia, aggressiva e volta a difendere prima che accogliere l’ altro.

Uno spettacolo soltanto apparentemente caotico e pieno dell’egoismo umano proprio dei nostri giorni che spinge lo spettatore ad approfondire, ad accogliere il nuovo, incuriosisce e accende lo sguardo umano e stimola il cambiamento continuo di prospettiva.

di Sarah Mataloni

Hybris

Scheda tecnica di Hybris

di Flavia Mastrella e Antonio Rezza

con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara Perrini, Enzo Di Norscia, Antonella Rizzo, Daniele Cavaioli
e con la partecipazione straordinaria di Maria Grazia Sughi
(mai) scritto da Antonio Rezza
habitat Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli
luci e tecnica Daria Grispino
macchinista Andrea Zanarini
organizzazione generale Marta Gagliardi e Stefania Saltarelli
produzione RezzaMastrella, La Fabbrica dell’AttoreTeatro Vascello Teatro di Sardegna
coproduzione SpoletoFestival dei Due Mondi
ufficio stampa Chiara Crupi

In scena al Teatro Vascello fino al 22 gennaio

Foto: © Annalisa Gonnella – Courtesy of Teatro Vascello