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Dalla mitologia alla scienza, la nuova Chimera

Può il mostro mitologico con muso di leone, corpo di capra e coda di drago accendere una speranza per malati in attesa di trapianto d’organo ?

Il team di ricercatori americani del Salk Institute of Biological Studies (California), diretto dal Prof. Juan Carlos Izpisua Belmonte, ha portato a termine un esperimento che apre scenari nuovi per la medicina dei trapianti e per ampie discussioni di carattere etico.

Nell’embrione di un maiale (animale scelto per le dimensioni degli organi analoghe a quelle umane e per la celerità nella crescita) sono state iniettate cellule staminali umane ed è stato impiantato nell’utero di una scrofa.

Dopo quattro settimane le cellule staminali si erano sviluppate nei precursori di diversi tessuti, tra essi cuore, fegato, neuroni e una parte del maiale in crescita era composta da cellule umane.

L’agoniato traguardo è la creazione di organi e tessuti funzionanti trapiantabili, sebbene la possibilità di vederne l’applicazione sia ancora molto lontana, dichiarano i responsabili della ricerca.

Questo risultato è frutto di un lavoro di quattro anni su 1500 embrioni di maiale impiantati e, da ora in poi, si nutrirà di nuova speranza ed energia per proseguire il cammino verso l’obiettivo di salvare vite umane.

L’esperimento del Salk Institute, anziché operare in vitro, vuole tendere a lasciar lavorare la natura autonomamente inserendo le cellule umane nell’embrione animale e osservando che l’embrione sappia cosa farsene.

L’elaborazione di organismi misti uomo-animale è storicamente al centro di dispute etiche. Dal 2015 i National Institutes of Health hanno preso posizione rispetto agli studi sulle chimere uomo-animale limitando fortemente la possibilità di erogare finanziamenti per tali scopi.

C’è da chiedersi se il nobile fine, dato il lavoro scientifico di ricerca e il largo impiego di organismi che richiede, possa considerarsi avulso da implicazioni di carattere etico e proseguire in completa  autonomia.

Proprio ora sarebbe opportuno affrontare una così delicata materia che, se dalla scienza prende vita, sconfina nell’ambito legislativo, dal quale dovrà essere regolamentata, nella sfera morale, e dunque religiosa, dove sarà discussa, assimilata o contrastata.

In ultimo poi, se qualche voce si alzasse per discutere della parte animale della chimera, quella che viene immolata nella sperimentazione, da essa non trae benessere e non è previsto ne tragga, ma, protagonista assoluta, la vive in sofferenza e tortura ?

Pesanti interrogativi, come macigni, che la scienza pare sorvolare scevra: peccato che questa noncuranza non si limiti a complicati calcoli con il gessetto sulla lavagna, che il cancellino permette di correggere e riscrivere all’infinito, ma “gli strumenti” siano organismi e animali e il “cancellino” sia la loro morte.

 

In copertina: foto “Darwin’s Lost Notes” di Ian Boyd, da Flickr. Utilizzo con la licenza CC https://creativecommmons.org/licenses/by/4.0/legalcode