Comunicare il cibo oggi: il Festival del giornalismo alimentare di Torino.
Volge al termine la seconda edizione del Festival del giornalismo alimentare di Torino con più di 1000 accrediti tra giornalisti, food blogger, influencer e comunicatori, il tutto in un clima di grande operosità. Esperti di sicurezza alimentare, rappresentanti degli enti locali e ricercatori si sono confrontati sul tema dell’informazione alimentare.
Il ricco programma del festival ha offerto ai presenti una panoramica su un mondo in costante evoluzione: 25 panel, eterogenei per composizione, hanno affrontato tematiche quali la sostenibilità alimentare, la tutela del consumatore, i reati alimentari e l’impatto del web sul comparto agro-alimentare e sulla comunicazione del cibo.
Sostenibilità, salute e sicurezza alimentare, chiamano in causa attori istituzionali come il comune. Durante il proprio intervento, la sindaca Chiara Appendino ha parlato di un Food Policy Pact per Torino: una vera e propria strategia alimentare mirante a garantire l’accesso al cibo in maniera equa, tramite modelli di consumo sostenibili, contenimento degli sprechi, una filiera alimentare più corta e una sempre maggiore inclusione sociale.
Il cibo è materia trasversale di cui tutti facciamo esperienza fin dalla nascita e che interessa tutti. In un mondo di consumatori sempre più attenti, responsabili e soprattutto connessi, è stato dedicato uno spazio rilevante del festival all’impatto del web sulla comunicazione alimentare. Circa la metà degli italiani si informano su cibo e salute tramite siti internet e social media dove l’ambiguità delle fonti può aprire la strada ad autentiche bufale mediatiche: notizie false, create a tavolino per sfruttare la viralità dei nuovi media e per generare profitti in termini di vendita di spazi pubblicitari, a danno dei consumatori e delle aziende eventualmente coinvolte.
Altro argomento sensibile su cui si sono confrontati giornalisti e blogger presenti è quello della pubblicità occulta, ovvero del sottile confine che corre tra fare informazione e fare pubblicità a un prodotto o azienda. Teatrale la presenza del giornalista e critico enogastronomia del Corriere, Valerio Massimo Visintin, che si è presentato al festival totalmente mascherato di nero per impedire a chiunque di dargli un volto, difendendo così l’anonimato e la sua indipendenza di giudizio e rivendicando la sua imparzialità.
A giudicare dai dati snocciolati dall’ex procuratore generale Giancarlo Caselli, Presidente del Comitato Scientifico dell‘Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, la criminalità non si fa sfuggire il ricco piatto del business alimentare. Nel suo serrato e coinvolgente intervento su agro-mafie e agro-pirateria, Caselli ha lanciato un appello per accelerare l’approvazione del disegno di legge in materia, chiedendo ai professionisti presenti di accendere i riflettori su questioni delicate riguardanti la salute del consumatore, la stabilità del sistema agroalimentare italianoe l’immagine stessa del made in Italy, come ad esempio i casi di contraffazione di olio d’oliva venduto per italiano sul mercato estero.
Emerge con chiarezza come il cibo, oltre a essere fortemente legato alla salute e all’etica del consumo, è una risorsa strategica per il nostro paese. Un patrimonio agro-alimentare, gastronomico ed enologico rappresentante un eccezionale volano per l’economia locale e un pilastro culturale dell’identità territoriale. Risulta quindi di grande responsabilità il lavoro di chi, a vario titolo, ne parla e ne scrive.
di Carolina Smeriglio