Al via la stagione teatrale di Siena con donchisci@tte di Benvenuti: una versione 2.0 della celebre opera di Cervantes
La stagione teatrale di Siena, che quest’anno ha un cartellone doppio, con i due storici teatri dei Rinnovati e dei Rozzi, ha inaugurato il programma con uno spettacolo dal 1. al 3 novembre, di cui il protagonista è stato Alessandro Benvenuti, affiancato da Stefano Fresi. E non poteva essere altrimenti, considerato che Benvenuti è il nuovo Direttore artistico del Teatro Comunale della cittadina toscana.
L’opera, a noi tutti nota, narra le avventure del Cavaliere della Mancia, scritta da Miguel Cervantes e con cui molti registi teatrali e cinematografici si sono cimentati per trasposizioni più o meno personali, non ultimo Terry Gilliam nel 2018 con L’uomo che uccise Don Chisciotte. La versione che ha inaugurato la stagione teatrale di Siena è stata riscritta completamente per una società che ormai non può più fare a meno dei media per comunicare.
In scena i due attori, diretti da Davide Iodice, si interrogano proprio sui Social, su un governo che tende a livellare le menti generando esseri umani vivi fuori e morti dentro, incapaci di provare vere emozioni e di coltivare il senso della compassione umana.
Il tutto proposto con qui pro quo, battute surreali, slanci amorosi, che condiscono la lezione di vita dalle innumerevoli chiavi di lettura. Una commedia comica che ci fa interrogare sul senso della vita e sui veri valori con estrema profondità e che mai trascende nel non senso. L’unico non senso è quello di un mondo che sta perdendo sempre più il senso della solidarietà e della verità dei sentimenti. Mentre Alessandro Benvenuti pone le domande, Fresi, il suo fedele scudiero e figlio, che riflette anche nel fisico la sagoma di Sancho Panza, su YouTube cerca una comunicazione con il mondo.
La scenografia è scarna; compaiono sul palcoscenico una sacca da box, un compressore e una brandina, oltre due armature simil samurai appese a una parete. Benvenuti, alias Don Chisciotte, ha le domande e i timori del noto personaggio cantato anche da Guccini nell’omonimo brano e definito in letteratura El Ingenioso Hidalgo e vede cospirazioni da qualsiasi parte si giri. Ma l’intento è sempre quello romantico e meraviglioso di un individuo, che neanche per idea abbandona l’idea di un mondo migliore, che, in questo caso, è ipotizzato cercando di avere una vera idea: l’idea.
Unico legame con il mondo una finestra che dà sull’esterno e che comunica con i due attraverso una serie di schermi, mondi annodati, interferenze, strane realtà virtuali spronano i personaggi all’azione. Un’inaugurazione tutt’altro che banale, che lancia un messaggio di allarme in un mondo che non tollera interferenze nelle luminarie di una festa improbabile e infinita.
Lo spettacolo di Nunzio Caponio è prodotto da Arca Azzurra Teatro, la regia è l’adattamento sono di Davide Iodice, le scene di Tiziano Fario, i costumi di Daniela Salernitano, le luci di Davide Iodice.
– Paola Dei
_______________________________________________________________________________________________________________
Photos: Courtesy Arca Azzurra Teatro
Leggi anche la recensione su I ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini