Prendre le Large: uno sguardo femminile disincantato e malinconico sulla crisi del lavoro in Francia.
Prendre Le Large, presentato alla 12° edizione della Festa del Cinema di Roma, affronta in maniera disincantata, drammatica e malinconica la spinosa e delicata questione della crisi del lavoro attraverso lo sguardo di Edith, una donna francese di cinquanta anni, ormai spenta e con un’energia vitale apparentemente fiacca.
L’unico scopo della vita di Edith (a parte il rapporto altalenante con il figlio) sembra essere il lavoro: la donna infatti, per evitare di rimanere disoccupata, accetta di trasferirsi a Tangeri, dove la sua azienda viene delocalizzata e comincia una nuova e travagliata vita lavorativa, piena di ostacoli, incertezze, momenti bui e tanta solitudine.
Nel film di Morel c’è molta malinconia, tristezza e un sempre presente senso di depressione, che accompagna la protagonista (una composta e misurata Sandra Bonnaire) nel suo percorso di rinascita: la donna, poco incline ai sentimentalismi e agli eccessi, sembra non trovare mai serenità e pace e trasmette per tutta la durata del film una sottile e strisciante inquietudine, che tuttavia non riesce mai a esplodere.
Morel ci parla di una storia di rinascita femminile, ma sembrano mancare le premesse e la motivazione reale per la nuova vita di Edith: il percorso psicologico e interiore che porta al desiderato riscatto sembra poco approfondito e non giustificato.
Edith, infatti, torna in Marocco ad aprire un ristorante con la sua “nuova famiglia di amici”, perché sembra non avere alternative in Francia, dove non ha nessuno che l’aspetta e dove vive le sue serate in una casa vuota e senza particolari slanci o legami (a parte l’amato figlio).
Manca la spinta e la motivazione finale di Edith verso una nuova vita e più che una scelta, tornare in Marocco sembra rappresentare il desiderio di non soccombere davanti a giorni di solitudine e di depressione.
L’intreccio scorre lentamente e ha pochi guizzi: tutto il film è focalizzato sulla crisi –mai realmente espressa o esplosa- della non più giovane Edith, la quale, grazie anche all’amicizia della proprietaria della pensione dove alloggia e di suo figlio, riuscirà a trovare il coraggio per affrontare un nuovo percorso lavorativo e personale.
Morel, pur sapendo dipingere con realismo e nei dettagli le situazioni relative al cambiamento di vita di Edith e i personaggi minori della storia (come Nadia, la proprietaria della pensione e suo figlio), non riesce a tirar fuori un prodotto avvincente e fluido.
La narrazione è asciutta, molto pulita, senza particolari sbavature e lo stile sembra accompagnare fedelmente gli stati d’animo (poco sfaccettati) di Edith: l’idea del film, attuale e potenzialmente interessante, non riesce purtroppo a prendere il largo.
– Sarah Mataloni
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Foto di copertina: courtesy Festa del Cinema di Roma
Foto del red carpet e della conferenza stampa del film: © Vittorio Zunino Celotto / Getty Images
Video: trailer ufficiale del film
Scheda Film
Regia: Gaël Morel
Sceneggiatura: Gaël Morel (screenplay)
Interpreti: Sandrine Bonnaire, Mouna Fettou, Kamal El Amri
Data di uscita: 23 agosto 2017
Paese: Francia