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I 5 migliori Pesci d’Aprile e cosa possiamo imparare dai marchi più grandi del mondo

Anche quest’anno le aziende hanno fatto a gara per realizzare lo scherzo più sottile e ben congegnato. Leggi questo articolo per capire il perché.

La diffusione di contenuti non è più solo dall’alto, con la televisione che spara a ripetizione, nel mucchio, cartucce con nomi di prodotti. Oggi si basa tutto sulla diffusione mirata e la condivisione personale, siamo letteralmente tornati al passaparola.

Nessuno condividerebbe sul proprio profilo una pubblicità, né la racconterebbe agli amici, a meno che non sia come tutto il resto che condividiamo e cioè:
1) Divertente
2) Familiare
3) Simile a noi e al nostro gruppo.

Abbiamo individuato questi 3 punti, non allo scopo di dare una risposta definitiva e l’articolo non è da intendersi come una “Guida” alla comunicazione, ma come una traccia per capire quando (e perché) raccontiamo ciò che ci piace.
Un mezzo con cui le aziende fanno sì che parliamo volontariamente con i nostri amici del loro messaggio, è il Content Marketing: un insieme di strategie che spinge alla creazione e alla diffusione di contenuti gratuiti rilevanti e di qualità allo scopo di attrarre, di acquisire e di fidelizzare uno specifico target di utenti. Tra gli obiettivi primari del Content Marketing vi è quello di creare nell’utente un’esperienza di brand positiva.

In poche parole, invece di cercare di convincermi della bontà di un prodotto, cerchi di starmi simpatico raccontandomi una storiella divertente. È una storia di beffe e di autoironia. È una storia vecchia come la scienza dell’arte della vendita…

Il 1º aprile 1980 la BBC, baluardo della veridicità informativa, raccontò che il Big Ben avrebbe abbandonato le tradizionali lancette per passare alla versione digitale coi numeri in quarzo. Tra i tanti casi, uno dei più belli avvenne nel ’97, agli albori di internet, quando Burger King lanciò la sua linea di hamburger per mancini, con gli ingredienti uguali alla versione per destrimani, solo ruotati di 180 gradi.

Eroe indiscusso dell’arte del Trolling simpatico è Google.
Due casi su tutti: nel 2009 la controllata YouTube informò che, per una migliore visione dei video caricati, era necessario ruotare la testa o il monitor e migliaia di utenti scrissero dicendo che avevano provato ma la visione non era di certo migliorata; l’apice della semplicità fu però raggiunto 4 anni fa quando, pubblicizzando la creazione di Google Nose, riuscì a far odorare lo schermo del pc a milioni di persone nel mondo, ricevendo pagine e pagine di feedback positivi sia da chi credeva di aver effettivamente sentito odori dal monitor che da chi proponeva migliorie e implementazioni:

Tralasciamo in questa sede che, scopiazzando il modello statunitense, anche i partiti politici italiani hanno preso quest’abitudine… [omissis] …

In occasione della ricorrenza del pesce d’aprile, abbiamo raccolto per voi i 5 migliori scherzi per tipologia di prodotto.

5) AUTO E VEICOLI:
Ha aperto le danze Ikea Australia, con l’annuncio shock di un prossimo ingresso nel mercato del turismo:

«Ikea è pronta a entrare nel mondo delle compagnie aeree low-cost con FLIKEA che utilizza le 5 dimensioni di Design Democratico. I primi voli, nel 2019, saranno diretti e collegheranno l’Australia con la Svezia».
Numerosi i like e condivisioni, prima che il Pesce fosse scoperto dal Huffington Post.

(Foto: © Ikea)
Ha continuato poi Lexus, col sistema Lane Valet Service, che consentirebbe di far spostare nella corsia di destra le auto che rallentano davanti a noi.

Ma il vincitore di questa categoria resta la McLaren, che ha fatto prendere un mezzo infarto agli amanti di quel gioiellino che è la sportiva 570GT Feather Wrap. È stata infatti riempita con 10.000 penne, aggiungendo oltre 2,5Kg, realizzando una versione tremendamente pacchiana che, Dio ci protegga, non vedrà mai davvero la luce.

(Foto: © Copyright McLaren Automotive Limited)
A chi si rivolge una pubblicità così? A chi è in grado di comprare e apprezzare un’auto del genere e dunque qualcuno che capirebbe immediatamente (o appena ripresosi dall’infarto) che si tratta di uno scherzo. Il messaggio è: “Tranquillo, noi non faremo mai cose del genere perché non ne abbiamo bisogno”.

4) SERIE TV E FILM
Dopo PinkNews che parla di un LiveAction de Il Re Leone con Simba Gay e MoviePlayer che pubblica il trailer di Animali Fantastici e Dove trovarli 2, scopriamo che Life è, in realtà, il film su Venom, noto personaggio Marvel ed il più amato trai nemici di Spiderman. Questa la trollata di LegaNerd nel mattino, che ha fatto riempire la rete di articoli “copia e incolla” e una pioggia di <<Te l’avevo detto>>. Sarebbe stata comunque una trovata migliore di quella reale del film (o almeno un po’ più originale); assolutamente tutto il contrario del nostro vincitore assoluto che resta la serie TV su GTA, la saga di videogame più pop e controversa di sempre.

(Foto: Everyeye)
Prodotta dagli autori di Breaking Bad, il serial più premiato di sempre e in onda sul canale AMC, per cui molti fan avrebbero firmato col sangue.
E deve essere più o meno quello che hanno pensato anche alla redazione di IGN USA, lanciando lo scherzo e accompagnandolo con un credibilissimo trailer con protagonista Steven Ogg, attore che ha prestato volto e voce al personaggio di Trevor in GTA V (il videogame che ha incassato di più nella storia, stracciando il film Avatar).

A chi parla un racconto del genere? Alla fascia di nerd universitari  (o mediamente colti di quell’età), che amano i videogiochi maturi e le serie complesse, ai quali IGN ha voluto dire <<ehi, io sono come te! Faccio il tuo stesso sogno e sono come un amico a cui dici, davanti a una birra: “non sarebbe fighissimo se…” >>.


3) ABBIGLIAMENTO:
È stata dura scegliere con la concorrenza di PRETAMACHAMP, la linea di abbigliamento intimo lanciata con un comunicato stampa serissimo di “Avril Fisher (nome omen) la nuova vicedirettrice del settore intimo” di The Pokémon Company International, con un modello d’eccezione: Matchamp, il più “fisicato” trai Pokemon storici.
Il “servizio fotografico” è un qualcosa da lacrime agli occhi.

(Foto: gamelegends)
E se vi dicessimo che nel 2016 H&M ha lanciato una linea di abbigliamento in collaborazione con ‘Mark Zuckerberg’, con tanto di sito internet registrato?
E se questo sito fosse anche così genale da chiamarsi Mark For HM?
E se vi dicessimo che questa è la loro pubblicità?
(© MarkForHM: http://markforhm.com/  Photo of Mark by Platon)
Accessibilità e velocità per chi non sa mai decidere cosa indossare. Questa la base, con un lancio in 7 t-shirt grigie identiche e un paio di jeans.
Si tratterebbe di capi tendenzialmente monocromatici ed estremamente basici.
L’opinione di chi scrive è che un’idea del genere sarebbe più che redditizia.
(E a quanto pare la pensa così anche Vogue)
(© MarkForHM: http://markforhm.com/  Photo of Mark by Platon)
Lo slogan della campagna è vincente:
<<Una cosa in meno a cui pensare al mattino>>
Ma cosa sta cercando di dire? H&M è un marchio che ha puntato tutto sul rapporto qualità/prezzo per gli abiti di tutti i giorni. Poco prezzo e comodità, e chi se non il miliardario più giovane e casual (sta volta non si è fatto vedere in ciabatte) può farci ridere su? Il messaggio è proprio questo:
“in fondo siamo tutti così.”

2) TECNOLOGIA
La categoria più grande in assoluto. Il maggior numero di appassionati e attenti osservatori di questo genere di giochetti sono proprio gli amanti del Hi-Tech, che scavano affondo nel web per scoprire piccole perle.
Tra le più riuscite c’è la campagna di NVIDIA che dopo aver (realmente) rivoluzionato il mondo delle schede video, avvicinando il 4K e i visori della Realtà Virtuali alla realtà quotidiana dei consumer non miliardari, ha proposto una chiavetta per tutti gli appassionati del GamingOnline che sarebbe in grado di continuare a giocare per noi e come noi) quando siamo costretti ad andare al bagno o a rispondere al telefono, simulando il nostro stile contro gli altri giocatori.
Solo sul mondo del Gaming si potrebbe aprire una parentesi enorme, ed EveryEye ha proposto un sondaggio apposito per i migliori Pesce d’Aprile del anno, ma l’opinione di chi scrive è che chiunque non voti il cammeo/tributo di Bud Spencer e Terence Hill sia una persona orribile.

(Foto: Google)
Ma tralasciando i sondaggi nelle sotto categorie, il vincitore di Tech resta, ancora una volta Google, che parte con gli accessori più (in)utili per il suo Chromebook, una satira (non proprio velata) verso Apple e la sua politica con gli oggetti venduti come “indispensabili”, ma non sempre troppo economici, nonché la sua tendenza a inserire macchine fotografiche ovunque.
Si passa poi alla pubblicità (SERISSIMA) per il lancio dei videogiochi da smartphone per… cani. Non i pessimi giocatori. Proprio quelli quadrupedi.

Di enorme successo è PAC MAPS,  che ci ha permesso di giocare a Pac-Man nel nostro quartiere.
E se quando fu lanciato il Doodle: play Pac-man, le perdite per il tempo speso a giocare in orario di lavoro furono calcolate in 120 milioni di dollari, potete immaginare cosa è successo questa volta.
(Foto: PacMaps)
E questi sono solo alcuni degli scherzi che, come ogni anno, Google realizza tra le sue varie ramificazioni come Maps e Youtube.

Ma perché spendere tutto questo denaro, risorse ed energie?
Quest’azienda è un po’ un unicum. Non ha bisogno di dirti che c’è o spiegarti cosa fa. La concorrenza esiste, ma non serve la pubblicità perché noi ci ricordiamo che G esiste.
Usiamo Google ogni giorno, e lui ci ricorda che non ci annoieremo mai. Che non cambieremo motore di ricerca perché ci sarà sempre un qualcosa di nuovo. Che è un’azienda giovane e scherzosa.

Soprattutto, un motore di ricerca non è un luogo, è un taxi. Lo usi per raggiungere un altro luogo il più velocemente possibile. Quello che fa anche solo animando un minimo il logo è dirti:
<<Resta un po’ di tempo con me. Ho fatto i biscottini.>>

Ma per noi, il vincitore generale non è il geniale e ricco motore che sa cosa cerchiamo. Bensì il brillante mascalzone che sa cosa amiamo. Un sito che è in grado di farci parlare e ridere di ciò di cui non vorremmo mai…

1) PORNHUB:

È totalmente inutile fare una categoria, tanto il dominatore assoluto del Content Marketing e dell’autoironia è sempre lui.
Dopo il CornHub dell’anno scorso, in cui tutta la prima pagina e ogni categoria fu rimpiazzata da pannocchie e tag come “burro fuso”,

(Foto: © PornHub)
era difficile fare qualcosa di più inaspettato e sorprendente; convincere tutti a mostrare ciò che non vorrebbero mai condividere con gli altri…
ma gli esperti di PornHub… beh… hanno puntato proprio su questo.

Cosmoplitan lo ha definito uno scherzo crudele in un lungo articolo, di certo è l’incubo di tutti: il video che hai appena visto è stato condiviso in modo automatico sui social network che hai utilizzato su questo pc, ritrovarsi in mutande (va beh… diciamo…) davanti al giudizio di tutto il mondo.
Quando, però, lo scherzo si è rivelato innocuo e inoffensivo, le star hanno cominciato a pubblicare su Twitter i loro screen condendo il tutto con umorismo in 120 caratteri. Parte quindi la gara alla battuta che diviene immediatamente virale.(Foto: Ifunny)
Il vecchio cavallo di battaglia che lo ha reso uno dei siti più visitati al mondo: non ti racconta che ha un contenuto più erotico della concorrenza, ma che non c’è niente di male e che è divertente.
Questo è quel che condividi.
Funziona come le barzellette da caserma, non viene condivisa un’umiliazione ma l’ironia goliardica. È la versione virtuale (e globale) delle grandi pacche sulle spalle.

È interessante che nessuno di questi brand racconti direttamente sé stesso bensì una storia, o in questo caso una storiella, su qual è il tipo di messaggio che vogliono trasmetterci.
Quello che abbiamo fatto non è stato una semplice carrellata di scherzi e giochi. Abbiamo cercato di scoprire alcuni modi diversissimi con cui le aziende cercano di far fare (di fatto) la pubblicità a noi.

Se tu volessi che gli altri parlassero del tuo lavoro, della tua passione o di te…
come vorresti che ti raccontassero?

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Foto di copertina © Copyright McLaren Automotive Limited.

 

Leila Tavi

Leila Tavi is a journalist specialized in Russian Politics and Culture and PhD c. in Russian History at the University of Vienna under the supervision of Prof. Andreas Kappeler. She studied Political Science in Vienna and Rome, graduating in History of Eastern Europe at Roma Tre University, with Prof. Francesco Guida and a thesis on travel reports about Saint Petersburg by West Europeans at the beginning of the XIX Century. Previously she obtained a degree in Foreign Languages, with a specialization in German Philology at the University of Rome «La Sapienza». Her new book "East of the Danube" is coming soon.