L’Ebreo: un testo intrigante al Teatro dei Rinnovati di Siena
Vincenzo Bocciarelli, Direttore Artistico dei Teatri di Siena, si fa sempre più apprezzare per la capacità di redigere programmi di qualità e per l’abilità nella scelta degli spettacoli e degli artisti.
Dopo una partenza straordinaria ed ironica per Sipario Blu nei giorni 6-7-8 gennaio 2025, al Teatro dei Rozzi, con il testo di John Gay intitolato Divagazioni e delizie interpretato da uno strepitoso Daniele Pecci nei panni di Oscar Wilde, é stata la volta de L’ebreo di Gianni Clementi. Con una versatile ed espressiva Nancy Brilli, accompagnata da Fabio Bussotti e Claudio Mazzenga con la regia di Pierluigi Iorio, l’opera é stata rappresentata nei giorni 10-11-12 gennaio 2025. Una commedia che ripercorre gli anni delle leggi sulla discriminazione razziale emanata dal regime fascista, quando gli ebrei che avevano possedimenti per evitare che fossero loro espropriati, intestavano i loro beni a prestanome di razza ariana.
http://L’ebreo al Teatro dei Rinnovati di Siena
L’ebreo è la discriminazione razziale
Una commedia storica dunque ma anche una sorta di esplorazione delle aberrazioni dell’animo umano che, pur di non perdere beni materiali, è disposto a compiere azioni dissennate che mettono in evidenza la possibilità di una relazione dialettica fra il tragico antico e i drammi più recenti che l’autore ci regala in maniera sardonica e dissacrante. La donna, moglie del ragionier Marcello Consalvi, con un nome quanto mai lontano dal suo essere: Immacolata, in particolare, come ha evidenziato anche Nancy Brilli nell’incontro con il pubblico, si muove con disinvoltura fra sotterfugi, menzogne e tradimenti, e ne combina, come si suol dire, una più del demonio.
Ma l’opera è anche una attenta riflessione sull’assenza che diviene più che mai presenza. Grazie ad una messa in scena efficace ed alle idee che espone, oltre al modo in cui le espone, l’autore porta lo spettatore alla scoperta di un personaggio che non si palesa mai ma che si manifesta con il suono di un campanello e viene descritto dai protagonisti divenendo sempre più ingombrante. È qui, che, a ben vedere, troviamo il legame con la tragedia greca, dove ogni personaggio di cui il narratore desidera raccontare le azioni, è oggettivamente presente anche se é assente. L’operazione sulla scena è quanto mai riuscita grazie all’interpretazione degli attori che sono stati capaci di unificare il testo teatrale con le caratteristiche i gesti irrazionali.
Un’Opera che evidenzia spazi, tempi, contenuti
Da tutti questi elementi lé emersa un’opera che non è solo frutto soltanto della propensione drammaturgica ma che mette in luce una grande consapevolezza di spazi, tempi, contenuti, e, che, dopo aver tagliato il cordone ombelicale con il suo autore, vive di una vita propria. E tutto ciò in un luogo chiuso, una stanza che diventa teatro nel teatro dove sussistono l’essenziale, il vero e l’amorale. Dove emerge la necessità di una coscienza sociale e dove i personaggi stessi si fanno arredamento ed esprimono la loro compiutezza caratteriale nei gesti e nei dialoghi. La stanza diventa una scatola chiusa, riflesso dell’’ottusità umana, dove la comunicazione con l’esterno è abolita e dove il finale attende di essere rivelato. Un ritmo incalzante e una conclusione straziante dove ogni personaggio mostra di essere parte importante nello sviluppo del dramma.
Anche per questa rappresentazione, non sono mancati gli applausi del pubblico che ha espresso la propria calorosa partecipazione.
Paola Dei
Foto per gentile concessione dei Teatri di Siena