Passi nel tempo- 30 anni di arte e danza
In occasione del trentesimo anno dalla nascita de la “Piroetta Dance School”, fondata e diretta da Paola Scoppettuolo nel 1994, il 16 giugno è andato in scena sul palco del Teatro Mostacciano lo spettacolo “ Passi nel tempo- 30 anni di arte e danza, strutturato in sei coreografie ideate e dirette dalla stessa Paola Scoppettuolo e dalla sua assistente Milena Di Canio, docente dei corsi di classico adulti e presentato dall’ attrice Floriana Corlito.
I pezzi, eterogenei, curati nei singoli dettagli e ricchi di intensità, risultano capaci di suscitare diversi spunti di riflessione e al tempo stesso sono coinvolgenti, emozionanti, profondi, ironici, a tratti commoventi.
L’ amore si odia (coreografia di Paola Scoppettuolo) sulle notte dell’omonima canzone di Noemi, apre “ le danze”suggerendo una tematica al femminile intima e profonda: in amore a volte la paura di essere abbandonate, diventa in noi donne quieta accondiscendenza, che rende difficile la scelta quotidiana, perché quest’ultima viene fagocitata dalla paura di restare sole. Il terrore dell’abbandono finisce per eclissare l’ individualità e l’ evoluzione personale. Sulle note di Signorina di Mannarino, si continua ad approfondire l’ interiorità femminile: Sopravvissuta ( coreografia ideata e diretta da Milena di Canio) è la storia di una donna che ha subito un torto e che ha trovato dentro di sé gli strumenti per rinascere con consapevolezza, fierezza ed orgoglio. La coreografia racconta una storia di dolore al femminile che diventa lo strumento di rinascita e di liberazione da preconcetti, pregiudizi, gabbie sociali condizionanti e limitanti. E allora danzare diventa l’unico strumento di liberazione, di espressione e di crescita possibile.
Oximori, terzo pezzo ideato e diretto da Paola Scoppettuolo, è frutto di un lungo percorso di ricerca sulla possibilità di “gestualizzare” una figura retorica come l’ossimoro tramite la danza. Strutturata armonicamente in due sezioni, immoto andare ci riporta alle suggestioni del mare, con la sua calma apparente, che a tratti esplode in onde fragorose e in movimenti incontrollabili. La seconda parte della coreografia, che si conclude con un fermo immagine delle danzatrici piuttosto suggestivo, si ispira ad un Ossimoro della pittura, il noto Urlo Muto di Edward Munch. Un pezzo originale, complesso, ricco di richiami. Dopo una breve pausa, ci addentriamo ne” il giardino dei gatti ostinati ( di Milena Di Canio) pezzo apparentemente più leggero e ironico, ispirato a un gigante della letteratura italiana: Italo Calvino e la sua celebre opera “Marcovaldo” dove, tra i vari racconti si legge anche quello intitolato “il giardino dei gatti ostinati”, appunto.Le danzatrici si muovono sulle note di “Duetto Buffo di due Gatti” di Gioacchino Rossini eseguito da Montserrat Caballé. Da un’ atmosfera frizzante si torna a tematiche più intime e profonde.Per concepire “ Non siamo il vostro racconto”, quinta coreografia, Milena Di Canio ha impiegato quasi due anni.Drammaticamente attuale, il pezzo fotografa, sulle note di Malafemmena” come le donne venivano raccontate nel passato fino ad arrivare al nostro oggi, ancora oggetto di pagine di cronaca nera. Il passato si unisce al nostro presente per ricordarci di non smettere di combattere “Combatti, perché non è un dialogoè sempre una fottutissima guerra.E tu hai meno armi”. Un pezzo forte, dirompente, intenso, che racconta la nostra storia e che ci riguarda nel profondo, nessuna esclusa e nessuno escluso. Chiude lo spettacolo, Le Casque, sulle note del remake di “Pensiero stupendo”.L’ atmosfera suggerisce una realtà quasi parallela a quella cibernetica: in un universo dominato dalle connessioni senza umanità si può trovare un gesto carico di significato e di profondità con una cuffia vivace e guanti speciali? Tra l’ironico e il drammatico, la coreografia ricerca un gesto unico, identificativo, che appartiene, come una speciale magia, solo a chi indossa la cuffia e i guanti, proprio come le scarpette rosse di Dorothy nel mago di Oz. E con quegli accessori ci si addentra in un microcosmo magico, suggestivo, quasi surreale. Passi nel tempo è uno spettacolo profondo, carico di simboli, curato nei dettagli grazie alla creatività, la dedizione e l’enorme passione di Paola Scoppettuolo e Milena di Canio e grazie anche all’impegno e alla cura delle singole danzatrici.Da vedere.