Teatro Alla Scala: Il ritorno di ‘Romeo e Giulietta’.
Un nuovo trionfo per il capolavoro di Prokofiev sul palco più famoso al mondo.
MILANO. A chiusura della stagione del balletto 2022-23, il Teatro Alla Scala ha sfoderato dal repertorio una delle sue carte migliori, portando in scena Romeo e Giulietta. Dopo un’assenza durata sette anni, il balletto, composto da Sergej Prokofiev nel 1935-36, è tornato sul cartellone del Piermarini nella celebre produzione firmata dal coreografo Kenneth MacMillan e dalla costumista Odette Nicoletti. Un applauso di oltre sette minuti è stato il segno inequivocabile dell’approvazione del pubblico alla prova generale, cui la redazione di E-go Times ha avuto l’onore di assistere.
Dal podio scaligero, la bacchetta di Timur Zangiev (1994) ha restituito nitidamente la brillante partitura, mettendo in risalto la ricchezza e versatilità del linguaggio di Prokofiev. L’espressività del compositore sovietico si serve di un’orchestrazione energica e dalla coloristica grezza, che esalta l’ossatura ritmica e dà vita a una musica grottesca e dall’effetto straniante, ma di innegabile eloquenza. Ne è un esempio la solennità cupa e cascante della celebre “Danza dei cavalieri“, che accompagna una coreografia seriosa, perfetta immagine di un’atmosfera di facciata che dissimula a stento le tensioni tra Capuleti e Montecchi. Tuttavia, la partitura di Romeo e Giulietta è ornata dalla poesia delle mandolinate (quasi motivi da carillon) e di pregevoli pagine effusive.
Sobrie e attentamente congegnate, le scenografie di Mauro Carosi per Romeo e Giulietta concentrano lo sguardo dello spettatore sul dinamismo interno della trama e della musica attraverso la verticalità. La cavea che permane per l’intero corso dell’azione, infatti, diviene uno scenario malleabile, in cui le ambientazioni del dramma prendono forma attraverso l’introduzione di fabbricati. L’espediente crea un gioco di richiami che, nell’alternanza tra scene d’interno e d’esterno, conferisce continuità ed equilibrio all’intero allestimento. Nella rievocazione dell’arte medievale, Carosi si concede una citazione: una riproduzione del Crocifisso di Cimabue.
Una coppia perfettamente riuscita, quella composta dal potentino Claudio Coviello, primo ballerino del Piermarini, e dalla solista veronese Agnese di Clemente. Non stupisce che ambedue siano stati accolti sotto l’ala di Roberto Bolle: la capacità di immedesimazione di Coviello e Di Clemente (favoriti anche dalle fattezze efebiche) ha dato vita a intensissime scene che hanno trascinato il pubblico nel trasporto passionale e insieme ingenuo di un amore adolescenziale. Sotto la cattiva stella della rivalità tra le famiglie, sui protagonisti si allungano le ombre del dramma incombente: i passi-a-due dei giovani amanti migrano dalla tenerezza dei primi incontri all’ultimo, struggente tentativo di Romeo di danzare col corpo inerme di Giulietta.
Vispo, indocile e pavonesco, così si presenta il personaggio di Mercuzio interpretato egregiamente da Christian Fagetti, ripagato da meritatissimi applausi a scena aperta e acclamato sulla ribalta. Dotato di un’incredibile padronanza tecnica e di grande plasticità, Fagetti (che, nelle precedenti edizioni, ha vestito i panni anche di Benvolio e del primo mandolinista) ha ritratto perfettamente il personaggio attraverso movenze flessuose che ne hanno arricchito la presenza di accenti beffardi. L’esibizione del ballerino si è distinta fino al quadro conclusivo del secondo atto, che ha tenuto il pubblico col fiato sospeso: Mercuzio, ferito mortalmente da Tebaldo (Marco Agostino), stenta sulla scena e, con la vista annebbiata, intesse un’agonia che, tra guizzi di baldanza e fendenti tirati alla cieca, si conclude in un eccezionale epilogo a corpo morto.
Non ultimo tra i meriti di questa edizione di Romeo e Giulietta è la folta presenza giovanile, tra cui citiamo Navrin Turnbull (Pilade), Mattia Semperboni (Benvolio) e Francesca Podini (Madama Capuleti).
Romeo e Giulietta andrà in scena dal 24 giugno al 7 luglio.