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Smart Working: è come lavorare in ufficio?

Data l’emergenza sanitaria e sociale in corso causata dal Covid-19, i lavoratori italiani stanno riscoprendo l’utilità dello Smart Working.

Il web è pieno di consigli per lavorare agevolmente da casa, ma cos’è in realtà lo Smart Working? Prova a spiegarcelo Francesco Frugiuele, Business Development e fondatore di Kopernicana, che ha dichiarato in un’intervista al quotidiano La Stampa:

Innovazioni e miglioramenti che erano promessi da anni sono stati fatti in settimane, la burocrazia non è più un ostacolo insormontabile e ci si inizia a chiedere perché lo sia stato fino ad oggi. Lo Smart Working non è la replica di un ufficio con lavoratori remoti. L’Italia è l’unico paese al mondo in cui si usa la definizione Smart Working per identificare cose anche molto diverse tra loro: Telelavoro, Lavoro in mobilità, Lavoro agile, Lavoro flessibile. In questi giorni, poi, la confusione che già dominava le pagine dei social network e dei giornali è aumentata.

smart working

La prima credenza errata è che si sia meno produttivi rispetto a quando si lavorava in ufficio. È vero l’esatto contrario. Se supportati da un po’ di disciplina e da adeguati modelli di gestione del lavoro per obiettivi, da casa si è straordinariamente più efficaci, focalizzati e produttivi, come è stato dimostrato anche dalla ricerca. Per non parlare del tempo di spostamento che viene azzerato e può essere usato in altri modi.

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Una cosa è certa, quindi, secondo Francesco Frugiuele lavorare da casa non è come lavorare in ufficio.

La parola smart indica la via dello Smart Working, lavorare in maniera intelligente, ottimizzando il proprio tempo per rendere al meglio. Il lavoro domestico, spesso visto come limitante e meno produttivo, assume quindi risvolti importanti nella gestione dei lavoratori, con sempre nuove tecnologie per cooperare e comunicare in gruppo.

Smart Working

Francesco Frugiuele mette in guardia anche le aziende dall’interpretare la forma di lavoro agile come un grande fratello per tentare di replicare i meccanismi di controllo dell’ufficio ai dipendenti che lavorano da casa, pretendendo telecamere accesse per tutto il tempo e di avvisare il responsabile se dovete prendere pause. Lo Smart Working deve essere basato sulla produttività per progetti e risultati, lasciando il lavoratore libero di decidere i tempi e i ritmi in autonomia.

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Non basta quindi avere gli strumenti digitali adatti, un’app installata sullo smartphone ed essere perennemente connessi per essere uno Smart Worker, importante è capire come razionalizzare il proprio tempo per lavorare e cooperare al meglio, in maniera efficiente per se stessi e per il team di lavoro.

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Un altro punto fondamentale evidenziato dal fondatore di Kopernicana è che:

Il cambiamento sarà permanente. Quello che impareremo noi e i nostri colleghi ci trasformerà. In questo senso questa epidemia ci sta costringendo a una trasformazione che assomiglia moltissimo a un aggiornamento di sistema. Non sarà né semplice né saggio provare a tornare indietro, anche quando crederemo che questo sia possibile.

Siamo quindi di fronte ad un cambiamento importante per la figura dello Smart Worker, che vede una svolta nel mondo dell’Home Office. Ci sentiamo, perciò, di condividere l’analisi di Francesco Frugiuele, questa transizione deve buttare un occhio al futuro e non deve essere momentanea.

Francesco Evangelisti

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